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33 persone licenziate in tronco: a rischio altri posti di lavoro? La disperazione delle famiglie

Patrica - 33 operai licenziati, intere famiglie disperate. L'azienda ha subito un calo della produzione ma tenta di rimanere a galla

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Licenziamenti in tronco, a ridosso dell’estate e una situazione di incertezza che attanaglia decine di famiglie. Accade alla Chemi SpA, con sede a Patrica, un’azienda chimica/farmaceutica specializzata nello sviluppo e caratterizzazione di molecole complesse. Partner del colosso Italfarmaco, solamente lo scorso anno aveva festeggiato i suoi 50 anni di attività, rinnovando e migliorando oltremodo l’impianto con l’adozione di una piattaforma tecnologica che garantisce la continuità operativa nelle applicazioni critiche. A metà luglio la società ha licenziato in tronco ben 33 operai, tutti impiegati nel settore della produzione, entrati attraverso due distinte agenzie di lavoro di Frosinone prima con contratto a tempo determinato e poi definitivamente assunti a tempo indeterminato.

Operai che dopo 7/10 anni di collaborazione si trovano senza stipendio, dall’oggi al domani, tra cui padri di famiglia con mutui sulle spalle: 33 persone messe in una condizione di disperazione, soffocate dal fatto di dover accettare passivamente. Del comparto produttivo è rimasto un solo dipendente a lavorare.

Fatta qualche riunione con i sindacati, non ne è uscito nulla: il terrore è che l’azienda non riapra dopo la consueta chiusura necessaria alla manutenzione per cui anche gli operai degli altri settori, essiccamento, distilleria, controllo qualità e via dicendo, temono all’ombra dell’incertezza.

Fiordalisio in prima linea

La nostra Redazione ha contattato il sindaco di Patrica, Lucio Fiordaliso, il quale ha ribadito la personale vicinanza ai lavoratori e confermato il suo interesse rispetto alla delicata situazione. Fiordaliso riferisce di essere in contatto diretto con i responsabili dell’azienda in oggetto e di essersi confrontato in più occasioni con la dirigenza «Sono a conoscenza della vicenda, si tratta di un’azienda privata le cui decisioni prese “dall’alto” sono motivate dalla perdita di alcuni clienti/fornitori rilevanti. Sono stato informato circa la cessazione dei contratti di staff leasing. Resto in attesa di un incontro diretto con l’amministratore delegato della società, lo vedrò sicuramente dopo le ferie di agosto. Personalmente sono costernato, come lo sarebbero tutti dinanzi al licenziamento dei lavoratori ed alle difficoltà di un’azienda. Il mio impegno è quello di monitorare la situazione, consapevole che la riduzione del personale, come già detto, non è dettata da circostanze “personali” bensì dalle cessazione di forniture dovute alla perdita di clienti considerevoli. So informalmente che la Chemi ha intenzione di affrontare investimenti considerevoli, già ad inizio 2026, con la volontà di rimanere competitiva, con obiettivi ambiziosi, guardando oltremodo al mercato asiatico e sudamericano».

L’impegno, quindi, è quello di sensibilizzare l’azienda a reintegrare, ove possibile, il personale escluso, anche in considerazione dei progetti di sviluppo futuri che la società si pone di raggiungere attraverso gli investimenti: piuttosto che assumere nuovo personale, si torni ad “assorbire” i lavoratori licenziati a luglio i quali hanno dato dimostrazione delle rispettive competenze e che, con peculiare professionalità, hanno svolto le loro mansioni per anni, qualcuno per 10 anni consecutivi.

Per dovere di cronaca, ricordiamo che gli staff leasing sono una forma contrattuale in cui il lavoratore è assunto a tempo indeterminato da un’agenzia per il lavoro per conto di un’azienda. Quest’ultima può così utilizzare personale senza limiti di tempo e senza che sussista un rapporto di lavoro diretto con i dipendenti.

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