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Addio al giovane Gabriele Antonucci, comunità in lutto: si moltiplicano i messaggi di cordoglio

Alatri - Una notizia tristissima: la prematura scomparsa di Gabriele, stappato alla vita da un brutto male

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Si è spento nel tardo pomeriggio di ieri il giovanissimo Gabriele Antonucci, il ragazzo è stato strappato alla vita ed all’amore della sua famiglia, dei parenti tutti, dei numerosissimi amici e di quanti lo conoscevano, da un brutto male. Gabriele, 27 anni, ha lottato come un leone, fino alla fine dei suoi giorni: in questa dura battaglia non ha mai perso il sorriso, radioso, ad illuminargli il volto. Accanto a lui la mamma, il papà e la sua sorellina. Gabriele era un ragazzo buono, educatissimo, rispettoso, dai valori radicati, con tanti sogni da realizzare. I funerali si svolgeranno domani, primo agosto, alle ore 11.00, nella Collegiata di San Nicola a Guarcino. Questa sera alle 18.00 una veglia di preghiera nella sua abitazione.

A fine maggio Gabriele aveva pubblicato un reel su Facebook, tra le immagini scorrevano le sue foto in ospedale, mentre faceva la terapia, con gli amici, con un santino della Santissima Trinità e dinanzi l’affresco della Santa Triade presso il Santuario a Vallepietra. In sottofondo le parole dell’attore romano Marco Giallini “Ammazza quanto c’ho pianto, stavo sempre a piagne, non facevo altro. Poi un giorno ho finito le lacrime e ho detto basta: da quel momento può succedere qualsiasi cosa, non me frega più niente”. Gabriele accompagna il post con il suo personale messaggio «Se io avessi una botteguccia fatta d’una sola stanza, vorrei mettermi a vendere lo sai cosa? La speranza e la forza».

Tantissimi i messaggi di cordoglio postati sui social, la comunità dell’intero comprensorio si stringe affettuosamente intorno alla famiglia di Gabriele Antonucci. Riportiamo il messaggio della Città di Alatri «Gabriele, oggi il tempo si è fermato. La notizia che te ne sei andato ha attraversato le nostre vite come un colpo secco, di quelli che non si spiegano, non si accettano, non si superano. E adesso resta il vuoto. Un vuoto vero, profondo, che fa male respirare. Ci sono persone che non devono far rumore per lasciare il segno. Tu eri così. Non facevi luce per farti notare, la facevi per scaldare gli altri. Non urlavi per farti ascoltare, parlavi piano, e arrivavi dritto all’anima. Avevi parole che tenevano in piedi. Anche quando nessuno lo sapeva. Avevi occhi che vedevano oltre il dolore. Avevi forza da regalare anche nei giorni in cui ne avevi poca per te. E quella frase tua, così semplice e così grande, ora brucia più che mai: “Vorrei mettermi a vendere lo sai cosa? La speranza e la forza.” Non vendevi niente, è vero. Ma ne hai regalata così tanta. A chi ti stava vicino. A chi ti leggeva. A chi non ti conosceva e si è sentito capito. Tu avevi capito una cosa che pochi sanno: che la vita non è solo correre, conquistare, accumulare, ma anche restare, ascoltare, donare. E tu hai donato tanto, con gentilezza e coraggio, come un leone che non ha bisogno di ruggire per essere fiero. Adesso non ci sei più e fa male. Fa male in un modo che non si dice, che si piange in silenzio. Ma dentro quel dolore resta l’amore. Resta la riconoscenza. Resta la tua voce. E nessuno potrà portarcela via. Tu non sei scomparso. Sei solo passato un po’ più in là, dove non possiamo vederti… ma dove sappiamo che ci sei. Grazie per tutto. Per sempre».

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