Nei giorni scorsi nell’istituto penitenziario di via Cerreto a Frosinone, un agente della Polizia Penitenziaria è stato colpito all’occhio da un pezzo di plexiglas reso tagliente durante un’aggressione da parte di un detenuto. L’uomo è stato trasferito in ospedale e sottoposto a un delicato intervento chirurgico: la prognosi è lunga e richiederà una lunga convalescenza. Nel frattempo il detenuto è stato immediatamente trasferito a un’altra struttura penitenziaria in Sardegna.
Il fatto scuote non solo Frosinone, ma pone nuovamente al centro la questione dello stato delle carceri italiane: sovraffollamento, carenze di personale, condizioni interne che generano tensioni. A livello nazionale, secondo dati recenti, nel 2024 sono state registrate 2.098 aggressioni fisiche al personale penitenziario. Inoltre il tasso di sovraffollamento delle carceri italiane è elevato (oltre il 130 % della capienza in molti istituti).
Nella provincia di Frosinone, gli episodi non sono isolati: nel giugno 2023 un agente della Casa Circondariale di Frosinone è stato aggredito da un detenuto armato di lama, che lo ha colpito alla gola. Nel settembre 2023, due agenti della Penitenziaria nel carcere di Casa Circondariale di Cassino furono feriti da un detenuto con una forbice.
Le organizzazioni sindacali della polizia penitenziaria richiamano l’attenzione sul fatto che la sicurezza del personale e degli istituti è ormai compromessa da anni di sottodimensionamento. A Cassino – secondo sindacati locali –, mancherebbero oltre 60 unità di agenti.
L’aggressione con plexiglas colpisce quindi come un segnale forte: non è solo un episodio isolato, ma un sintomo di fragilità del sistema penitenziario. Occorre intervenire con urgenza: più personale, formazione, strumenti adeguati, e una gestione che dia sicurezza reale a chi lavora dentro le carceri. In mancanza di ciò, si rischia di alimentare un circolo vizioso tra condizioni degradate, tensioni interne e attacchi al personale.
