Home Spettacoli e Cultura Recensioni - Un libro a settimana ‘Amsterdam’, la sinfonia dell’odio e della vendetta di Ian McEwan

‘Amsterdam’, la sinfonia dell’odio e della vendetta di Ian McEwan

Pubblicato nel 1998, nello stesso anno il romanzo ha vinto il prestigioso Booker Prize. Una storia paradossale sull'egoismo umano

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È lecito distruggere un uomo politico, sia pure spregevole e privo di scrupoli, attaccandolo sui segreti più intimi della vita privata? E un grande artista, per difendere la propria ispirazione, è autorizzato a ignorare una persona che sta rischiando la vita? Amsterdam è il palcoscenico ideale di una buffa e terribile resa dei conti, “una tragicommedia in cui nessun personaggio è amabile” che, con piacevole e insieme graffiante ironia, ci interroga sul valore di alcune scelte etiche fondamentali.

‘Amsterdam’ è un romanzo dello scrittore inglese Ian McEwan, pubblicato nel 1998. Nello stesso anno il romanzo ha vinto il prestigioso Booker Prize.

Sinfonia dell’odio e della vendetta

Con la sua penna insieme leggera e feroce, lo scrittore britannico contemporaneo verga una grottesca e breve sinfonia dell’odio e della vendetta. Un racconto appassionante di quel deserto morale che ha caratterizzato la fine del millennio per poi propagarsi come un cancro incurabile fino ai nostri giorni. Mentre la città di Amsterdam resta sullo sfondo dopo una prima ambientazione londinese, il musicista Clive e il direttore di giornale Vernon, in seguito alla morte dell’ex amante di entrambi, Molly, si troveranno nella situazione di fare una scelta, che inevitabilmente porterà con sé una pesante rinuncia. Una scelta che sarà condizionata dall’egoismo umano e dalle fragilità personali.

Un duello…poco serio

Il romanzo si snoda a partire da un evento doloroso come quello del funerale di Molly, la donna amata sia da Clive che Vernon. Al suo capezzale una quantità di amanti, noti, sospettati e mai neppure presi in considerazione. Tra loro anche George, il marito possessivo e vendicativo e Garmony un politico spregevole. Proprio le celebrazioni del luttuoso evento innescheranno un gioco di dinamiche meschine e allo stesso tempo ricche di ricordi e rimpianti agrodolci. Con spirito dissacratore, McEwan metterà i due pretendenti dinanzi a dilemmi morali per saggiarne la presunta integrità. Al banco d’esame del più pusillanime egoismo si troveranno brillanti carriere e momenti di irrinunciabile ispirazione artistica. Noncuranti delle proprie responsabilità, i due protagonisti saranno però altrettanto giudici impietosi l’un dell’altro: non si perdoneranno debolezze ma giustificheranno le proprie magagne con la maschera del nobile ideale. Lo scrittore analizza in poche pagine le sfaccettature psicologiche dei due uomini, lo spirito di vendetta scatenato dalla gelosia, l’annientamento tra atroci nefandezze. Il loro è un duello paradossale che si autoalimenta attraverso lo scambio di ruoli e la massificazione del diverso da sé stesso. Disconoscendo l’altro, prendono la rincorsa per una soluzione salvifica che li battezzi nella gratificazione e annulli il manifesto fallimento personale. Ma la defunta Molly continua a vivere nei loro pensieri sbeffeggiandoli e conducendoli ad un epilogo grottesco.

Il trionfo delle viltà

Sappiamo così poco gli uni degli altri. Viviamo la nostra esistenza semisommersi, come masse di ghiaccio fluttuante, e spingiamo a galla soltanto la parte di noi presentabile, quella più bianca e compatta“.

La sinfonia composta da McEwan, al pari di Clive, è dedicata al tramonto del secolo. Un tramonto che apre su un nuovo scenario dominato da spregiudicatezza e crudeltà. È il trionfo delle viltà, delle meschinità. ‘Amsterdam’ scava nei vissuti dei suoi personaggi, così ben caratterizzati, portando a galla la loro impietosa natura. Proprio nella capitale olandese prende vita l’ultimo atto di un’agonia, di una storia disturbante e che lascia tanto amaro e una moltitudine di interrogativi ai quali neppure la compianta (?) Molly potrà rispondere. Con uno stile asciutto e scorrevole e un linguaggio fortemente descrittivo, l’autore mette in piedi una trama avvincente dal finale a sorpresa. Non un capolavoro, ma assolutamente una lettura consigliata per piacevoli ore di svago.

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