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Antenna a Civitella, la lettera del piccolo Matteo ai Carabinieri: “Voglio giocare con il pallone laggiù”

Matteo, 4 anni, è riuscito a condensare in poche parole la sua preoccupazione, la voglia di libertà e la fiducia nell'Arma dei Carabinieri

Il piccolo Matteo
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Monte San Giovanni Campano – Antenna a Civitella, fa emozionare la lettera del piccolo Matteo, un bambino di appena 4 anni di Civitella che, a modo suo, ha provato ad esprimere le emozioni relative alla imminente installazione di un ripetitore di telefonia mobile a pochi metri dal piazzale dove è solito trascorrere le giornate a giocare assieme ad altri bambini.

“E’ stato detto di tutto su questa antenna fino ad oggi, nessuno però aveva guardato il problema con gli occhi di un bambino. – Si legge in una nota della Comunità di Eredità Civitella  – Matteo è riuscito a condensare in poche parole la sua preoccupazione, la voglia di libertà e la fiducia nell’Arma dei Carabinieri, che ha imparato sin da piccolo a riconoscere come approdo sicuro in caso di difficoltà”.

Nella trascrizione che i genitori hanno fatto della lettera, consegnata al comandante della locale stazione, si legge: “Caro Maresciallo, mi chiamo Matteo e mi piacciono i Carabinieri. Non voglio l’antenna perché voglio giocare con il pallone laggiù. Per favore aiutatemi e venite a giocare con me”. Il piccolo ha voluto decorare personalmente la missiva con dei colori a pastello.

“L’augurio è quello auspicato sin dall’inizio dal presidente della Comunità di Eredità Civitella, ovvero di trovare un accordo con tra il gestore ed il comune per delocalizzare l’impianto in un posto con maggiore copertura, per offrire un servizio di qualità, senza però ledere gli interessi dei residenti. Intanto sembra essere svanito tra i cassetti degli uffici comunali anche il progetto per la realizzazione di un parco pubblico a Civitella, che è stato presentato prima di quello dell’antenna e la cui petizione ha raccolto oltre 200 firme di residenti. 

A pagarne le conseguenze saranno proprio i bambini, che al posto del luogo di aggregazione sociale vedranno sorgere il ripetitore telefonico ad alta potenza. Questo triste evento è anche una grande occasione educativa per tutti i genitori, che devono insegnare ai bambini il rispetto e la fiducia nella giustizia, ma al contempo devono insegnare loro a ribellarsi con forza a tutte le ingiustizie. La comunità, che preannuncia battaglia, confida nell’operato della magistratura”.

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