Arpino – È una vera indecenza: video e fotografie prodotte dai residenti immortalano sciami di persone, giovani e meno giovani, soprattutto uomini, andare e venire lungo vicolo Gizzi, Vicolo Grimaldi, vicolo Santo Stefano, colti in flagranza mentre orinano ovunque. Sono vicoli che affacciano sulla strada principale, via Giuseppe Cesari, nel pieno centro storico di Arpino, a pochi passi da piazza Municipio.
Ha dell’incredibile vedere fiumi di urina proprio davanti i portoni d’ingresso delle abitazioni e sotto le finestre: questa non è solo inciviltà, c’è intenzionalità in tale barbaro quanto ignobile comportamento, la volontà di fare un danno, una schifezza. Per non parlare delle esalazioni poi, è così tanta la quantità di urina che il tanfo si avverte già transitando su via Giuseppe Cesari o, dall’altro lato, via Caio Mario. Le persone si portano le mani sul viso, a tapparsi il naso. Le tracce restano a macchiare la pavimentazione artistica.
Purtroppo è una consuetudine «Il centro storico del bel paese di Arpino, terra di cultura, è un orinatoio a cielo aperto. Nei weekend, per non parlare di quando si svolgono eventi, l’inciviltà la fa da padrone. Ad Arpino ognuno si comporta come peggio crede: dai parcheggi selvaggi alla velocità con cui si transita per le strade del centro, dagli atti vandalici agli schiamazzi, incluse le partite notturne a pallone, la musica alta, i cori fino a notte inoltrata. Un paese senza alcun tipo di controllo», lamentano i cittadini.

I residenti hanno immortalato con foto e video ciò che si è verificato durante la settimana appena trascorsa, nei giorni del Mezzagosto Arpinate e del Gonfalone. Senza alcun pudore, soli o in compagnia, di tutte le età, gente che barcolla, si sbottona i pantaloni e si libera la vescica, noncuranti anche dei cartelli che avvisano del sistema di videosorveglianza. L’immagine della città di Arpino è così deturpata.
Le famiglie si sono rivolte agli amministratori comunali: predisposto il lavaggio dei vicoli in questione e, dopo l’intervento di sanificazione, qualcuno ha fatto “le ronde”, rimanendo appostato lungo il tratto oppure da dietro le finestre, per redarguire e scoraggiare coloro che evidentemente pensavano di poter usare un bagno a cielo aperto. Residenti costretti ad improvvisarsi controllori o moralizzatori, per evitare che il borgo tornasse ad essere un orinatoio, tra indecenza e puzza, insostenibile. Una consuetudine che potrebbe diventare un inconveniente igienico-sanitario in quanto pregiudica la salubrità degli ambienti. Sembrerebbe che qualcuno abbia preteso la visione dei filmati delle videocamere. * Di Sara Pacitto