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Assolto dom Pietro Vittorelli, l’ex abate di Montecassino che era finito nello scandalo spese folli

La sentenza emessa dai giudici del tribunale di Roma. Scagionato anche il fratello Massimo. Entrambi difesi dall'avvocato Sandro Salera

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Si è concluso con l’assoluzione con formula piena il processo a carico dell’ex abate di Montecassino, dom Pietro Vittorelli. L’alto prelato, accusato di appropriazione indebita, è stato giudicato dalla decima corte collegiale del tribunale di Roma. Le accuse nei suoi confronti, secondo la Procura, erano che l’abate, si «impossessava indebitamente di ingenti somme di denaro di proprietà degli istituti ecclesiastici». Soldi destinati «a scopi di culto e finalità caritatevoli e delle quali aveva la disponibilità economica e il possesso in ragione delle sue cariche che volgeva a proprio profitto impiegandole per interessi personali».

Le indagini, portate avanti dalla Guardia di Finanza di Roma, ipotizzavano che l’ex abate di Montecassino avesse utilizzato il danaro dei conti correnti della diocesi per effettuare spese folli, notti in alberghi a cinque stelle e festini. Un comportamento questo che aveva dato vita ad uno scandalo senza precedenti per l’antichissimo monastero fondato da San Benedetto da Norcia.

Il processo era iniziato nel 2017 in seguito a una serie di accertamenti effettuati dai finanzieri coordinati dalla Procura. Le indagini contestavano l’ammanco di mezzo milione di euro che Vittorelli, sempre secondo l’accusa, avrebbe fatto confluire sul conto cointestato con il fratello Massimo, anche lui nel mirino dei magistrati ma per riciclaggio e anche lui assolto con formula piena.

Quei soldi «in parte mi sono stati dati dalla mia famiglia e parte erano dovuti a mia carità personale per le opere di bene che facevo» aveva spiegato in aula l’ex abate, difeso dagli avvocati Sandro Salera, Antonio Barolo e Mattia La Marra, nel giorno della sua deposizione. Oggi la parola fine a questa triste vicenda.

L’avvocato Sandro Salera
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