Proseguono nel massimo riserbo le indagini sull’attentato che ha colpito un sostituto procuratore della Repubblica in servizio a Cassino, vittima nei giorni scorsi di un grave atto intimidatorio. L’episodio si è verificato all’interno di un condominio del centro cittadino e ha subito assunto i contorni di una deliberata azione criminale ai danni di una rappresentante delle istituzioni.
La Procura di Perugia, competente per i procedimenti riguardanti i magistrati del distretto di Roma, ha assunto la titolarità dell’inchiesta. I Carabinieri stanno vagliando i filmati delle telecamere di videosorveglianza della zona per ricostruire con esattezza quanto accaduto e individuare i responsabili.
Nel frattempo, la vicenda ha generato un’ondata di indignazione e solidarietà. Oggi pomeriggio, durante il Consiglio comunale di Cassino, si discuterà una mozione urgente presentata dai gruppi di opposizione. Al centro del dibattito, la richiesta al sindaco di attivarsi formalmente con il Ministero dell’Interno per chiedere un potenziamento del Commissariato di Polizia e il ripristino della sede distaccata della Squadra Mobile di Frosinone, presente in passato in città e poi soppressa.
Tra gli interventi più significativi giunti in queste ore, quello del Generale di Corpo d’Armata (ris.) Pasquale Angelosanto, originario di Sant’Elia Fiumerapido e per anni al vertice del ROS dei Carabinieri, con un ruolo chiave nella cattura del superlatitante Matteo Messina Denaro.
«Per il senso di appartenenza alle Istituzioni e i sentimenti che mi legano alla terra di origine – ha dichiarato il Generale – esprimo la mia vicinanza e la più convinta solidarietà alla dottoressa Francesca Fresch, vittima di una grave azione delittuosa. Auspico che la Magistratura competente e le Forze di polizia possano fare presto luce sull’episodio con l’identificazione dei responsabili».
Oggi, Angelosanto continua a servire lo Stato in ruoli di alta responsabilità: è stato nominato Coordinatore Nazionale per la lotta contro l’antisemitismo e, successivamente, componente della Sezione regionale di controllo della Corte dei Conti per il Lazio.
Il suo appello alla coesione istituzionale suona come un invito a non abbassare la guardia. Perché colpire un magistrato significa sfidare lo Stato, tentare di delegittimare l’azione della giustizia e seminare paura. Ma è proprio in questi momenti che deve emergere una risposta ferma e unitaria, da parte della politica, delle forze dell’ordine, della cittadinanza.