“A Cassino, nel silenzio delle istituzioni e nel disinteresse generale, si sta consumando una pericolosa deriva. E ciò che accade ogni sera, al calare del sole, è sotto gli occhi di tutti: l’anarchia domina il centro cittadino. Bar e locali aperti fino a notte fonda, musica ad alto volume fino alle 2 del mattino, somministrazione di cibo senza le necessarie autorizzazioni. Non esistono più regole, né controlli. E la cosa più grave è che tutto questo avviene nonostante il recente e inquietante attentato a un magistrato, che avrebbe dovuto indurre alla massima cautela e rispetto delle istituzioni. Questa situazione è intollerabile”. – Ad intervenire sulla questione, dalle fila dell’opposizione, Giuseppe Sebastianelli, Franco Evangelista e Arduino Incagnoli.
“Cassino ostaggio dei bar”
“Il consiglio comunale, il sindaco, la maggioranza sembrano prigionieri di interessi privati. Cassino oggi è ostaggio dei bar, letteralmente. E non lo diciamo con leggerezza, ma dopo aver analizzato con attenzione atti, documenti, dichiarazioni e comportamenti. – Proseguono i tre esponenti – Alla consigliera Petrillo, che ha avuto il coraggio di metterci la faccia, vogliamo rivolgere un appello: si fermi un attimo e si chieda se valga davvero la pena prestarsi a una messa in scena che mortifica la dignità delle istituzioni e del consiglio stesso. Abbiamo ascoltato con attenzione gli interventi in aula e letto quanto diffuso pubblicamente. Dopo l’uscita della notizia sull’attentato al magistrato, la preoccupazione di alcuni non è stata la legalità, ma il “destino della città”, come se il problema fosse l’immagine e non i contenuti. Ma la vera domanda è: la città rimane in mano a chi? Si applicano regole stringenti sul Corso della Repubblica, mentre su piazza Labriola si chiude un occhio. Come se lì vivesse un’altra Cassino, dove tutto è lecito. Abbiamo persino provato a utilizzare strumenti ironici per spiegare l’assurdità della situazione, ma la verità è una sola: la città viene quotidianamente derisa e mortificata da chi la governa”.
L’affondo al sindaco
“E quando in aula abbiamo fatto notare la gravità della situazione, ci siamo sentiti rispondere in maniera scomposta e offensiva. Al sindaco diciamo con chiarezza: non si permetta più di attribuire dichiarazioni che non abbiamo mai rilasciato. E soprattutto, eviti di riportare come verità assolute le voci dei soliti noti, quei commercianti che – lungi dall’essere vittime – sono in molti casi i responsabili del caos che denunciamo. – Attaccano duramente Sebastianelli, Evangelista e Incagnoli – Cassino è un tesoro, certo. Ma un tesoro si difende con regole, non con favoritismi. Il suolo pubblico è di tutti. Può essere concesso in via eccezionale, per eventi o necessità specifiche, non quotidianamente e non a vantaggio esclusivo di chi ha voce più grossa o amici nei posti giusti. Chi fa ristorazione deve farlo secondo le norme: con locali adeguati, cucine attrezzate, personale sufficiente. Non si può pensare di servire 50 coperti con 10 metri quadrati e senza autorizzazioni, solo perché si ha un tavolino su piazza Labriola. Questa città ha bisogno di legalità, ordine e rispetto. Non di sudditanza morale verso chi urla di più. Chiediamo pubblicamente che si intervenga subito. Che le regole vengano ripristinate e fatte rispettare. Che i controlli vengano rafforzati. Che l’amministrazione comunale smetta di voltarsi dall’altra parte. Perché Cassino deve essere una città libera, sicura e soprattutto giusta”. – Concludono.