Ceccano – Un terremoto giudiziario, politico e mediatico tra i più potenti degli ultimi anni quello che si è abbattuto sulla provincia di Frosinone e non solo a seguito dell’operazione “The good Lobby”. Ieri il Prefetto di Frosinone Ernesto Liguori ha sospeso il sindaco di Ceccano e consigliere provinciale Roberto Caligiore che ora, secondo le indiscrezioni trapelate dalla cerchia dei suoi fedelissimi, starebbe ragionando sulle ipotetiche dimissioni. Nel frattempo la maggioranza ha stabilito di andare avanti con la vicesindaca Federica Aceto, in attesa delle evoluzioni giudiziarie. Intanto Caligiore sta predisponendo insieme al suo legale la linea difensiva che sosterrà durante l’interrogatorio di garanzia.
Come lui gli altri indagati finiti nell’indagine diretta dall’Ufficio di Roma della Procura Europea e partita grazie ad un’intuizione degli agenti della Squadra Mobile di Frosinone, nell’ambito di un’altra inchiesta legata al traffico di rifiuti nella Mecoris di Frosinone – LEGGI QUI. Ai domiciliari, lo ricordiamo, oltre al sindaco, anche Stefano Annibali, Stefano Polsinelli, Antonio Annunziata. Per Elena Papetti, Camillo Ciotoli, Diego Aureli, Gennaro Tramontano, Danilo Rinaldi e Vincenzo D’Onofrio domiciliari per due mesi. – LEGGI QUI. Nel pool difensivo degli indagati figurano, tra gli altri, gli avvocati Sandro Salera, Giampiero Vellucci, Riccardo Masecchia e Nicola Ottaviani.
“The good lobby” ha scoperchiato un sistema fatto di “illeciti” e “tangenti” che muoveva flussi di denaro milionari. L’associazione per delinquere è stata, infatti, in grado di gestire illecitamente una serie di concessioni pubbliche e autorizzazioni e l’assegnazione di appalti pubblici per un valore accertato intorno ai 5 milioni di euro, riscuotendo l’illecita dazione di denaro attraverso un innovativo e articolato sistema di tangenti.
Gli investigatori hanno ricostruito in Ciociaria una rete di rapporti in cui compaiono anche esponenti della criminalità organizzata. Dalla malavita di Roma e Milano passando per quel complesso schema di intercettazioni nel quale figurerebbero nomi di esponenti di un potente clan della ‘ndrangheta come anche della camorra. LEGGI QUI. I 34 indagati, le investigazioni che proseguono, il coinvolgimento della DDA, sono tutti aspetti che confermano che dietro la punta dell’iceberg ci sia ancora tanto altro. Un effetto domino senza precedenti quello che si potrebbe innescare dopo gli arresti scattati all’alba di giovedì mattina. Perché i nomi che trapelano, oltre a quelli di esponenti della malavita, sarebbero da far tremare anche i “palazzi del potere”.
Caligiore: il sindaco Carabiniere, spalla di Ruspandini e vicino alla Meloni, “affamato di denaro”
Tra tutti i nomi saliti alla ribalta delle cronache da due giorni, a fare più scalpore è stato inevitabilmente quello del sindaco. Carriera militare, luogotenente dell’Arma, ha rivestito le mansioni di pilota di elicotteri presso l’aeroporto militare di Pratica di Mare. Spalla di Massimo Ruspandini, coordinatore provinciale di Fratelli d’Italia, in più occasioni sono apparsi insieme alla Premier Meloni che, stando ai rumors, non avrebbe certamente preso bene l’inchiesta che ha visto un sindaco del suo partito finire ai domiciliari perchè ritenuto ai vertici di un’associazione a delinquere finalizzata alla corruzione.
L’immagine dell’uomo integerrimo stride con la descrizione che ne fanno i suoi sodali. Secondo quanto trapela dalle investigazioni, Annibali e Tramontano lo definiscono come “sempre affamato di soldi” facendo riferimento alle tangenti che – sempre per l’accusa – avrebbe percepito per l’assegnazione degli appalti pubblici.
I soldi da far sparire
E proprio tutti quei soldi accumulati, secondo gli investigatori, a luglio del 2023 devono esser fatti sparire. La stessa Elena Papetti si sarebbe dichiarata disponibile ad aiutare Caligiore nell’occultamento di una somma di denaro che il sindaco deteneva nella sua abitazione. Il 16 luglio di quell’anno, infatti, la Guardia di Finanza di Cagliari aveva effettuato una serie di perquisizioni che avevano coinvolto anche il commercialista Gennaro Tramontano. È lì che scatta la preoccupazione del primo cittadino per un’eventuale perquisizione anche a casa sua. La Papetti, dopo le iniziali remore, si dichiara sua complice al 100% e insieme cercano di capire dove nascondere il denaro. Per gli investigatori questo quadro è indicativo dell’alto rischio di reiterazione del reato, anche perchè non vi è mai nelle conversazioni captate il minimo segno di scrupolo da parte di Caligiore circa il suo modus operandi.
Ora l’attesa è tutta rivolta agli interrogatori di garanzia per vagliare le posizioni dei soggetti finiti nell’inchiesta “The good lobby”. Ognuno adotterà la sua strategia difensiva e, nel pieno rispetto della presunzione d’innocenza, sarà la magistratura a decidere.