Ceccano si è fermata nella mattina della vigilia di Natale per dare l’ultimo saluto a Luigi Ferrante. La chiesa di San Pietro Apostolo era gremita di persone, strette nel silenzio e nel dolore, per accompagnare il quarantenne scomparso nel tragico incidente avvenuto nella notte tra venerdì e sabato lungo la strada regionale 637, lo stesso in cui hanno perso la vita anche i due diciottenni Andrea Lombardi e Alessandro Di Rita.
Parole semplici, ma profondamente toccanti, hanno segnato l’omelia del parroco, che ha affidato Luigi “alla casa del Padre”, un luogo senza strade pericolose né sofferenza. Un messaggio di fede e di consolazione per una comunità provata, chiamata a salutare un uomo andato via troppo presto.
Una pioggia fitta ha accompagnato l’ingresso del feretro in chiesa, quasi a scandire il dolore collettivo. Si è fermata durante la celebrazione, per poi tornare a cadere all’uscita, come un pianto sommesso. Sul sagrato, ad attendere Luigi, il rombo delle auto da rally: un omaggio potente e simbolico alla sua grande passione per i motori. Poco dopo, palloncini bianchi si sono alzati nel cielo, mentre le note di Bohemian Rhapsody hanno fatto da colonna sonora a un saluto carico di emozione.

Durante l’omelia è emerso il ritratto di un uomo pieno di vita, incapace di passare inosservato. Sempre in movimento, animato da un’energia contagiosa, Luigi era descritto come una persona che sapeva trasmettere entusiasmo, con un sorriso capace di restare impresso. La passione per i motori non era solo un hobby, ma una parte profonda del suo modo di essere, legata a quella spinta continua ad andare avanti, a non fermarsi mai “alla prima curva”.
Luigi era tornato a Ceccano per trascorrere le feste natalizie. Da tempo lavorava in Brasile, nello stabilimento della “Prima Sole Components”, gruppo industriale che opera nella produzione di componenti per auto. Una scelta di responsabilità, dettata dal lavoro, ma con il cuore sempre legato alla sua città e agli affetti più cari.
Rivolgendosi alla famiglia, il parroco ha invitato a non fissare lo sguardo solo sull’oscurità del momento, ma a ricordare Luigi come una luce. L’amore, è stato ricordato, supera la morte e resta vivo nei gesti, nelle risate, nella generosità che lascia traccia. Un legame che continua, come una forza silenziosa capace di sostenere chi resta.
Al termine della cerimonia, gli amici hanno portato la sua auto da rally davanti la chiesa. Tra i segni di affetto anche una corona inviata da Maurizio Stirpe, presidente del gruppo industriale per cui Luigi lavorava. Un ultimo saluto intenso, in una vigilia di Natale che Ceccano difficilmente dimenticherà.