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Ceccano, sistema partitico da ricostruire. FdI verso la soluzione civica. Centrosinistra a schegge

L'anno si è aperto con le stesse incertezze di fine 2024 negli schieramenti. Sintesi difficile tra Pd e possibili alleati e niente primarie

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A Ceccano la politica appare ancora immersa nella conta delle macerie causate dallo “tsunami” del 24 ottobre scorso, sprigionato dall’arresto dell’allora sindaco Caligiore e dagli echi dell’inchiesta su appalti e corruzione. Il centrodestra – da sempre allineato e coperto dietro uno dei primi sindaci italiani di Fratelli d’Italia – è ovviamente ancora sotto choc ed è stato “attenzionato” dalla stessa premier Meloni che ha voluto capire come mai non si fosse posto rimedio prima – e per via politica – alla piega che stavano prendendo le vicende comunali: anche per questa particolare attenzione dai livelli nazionali del partito, più passano le settimane e più appare chiaro che difficilmente qualcuno dell’amministrazione uscente raccoglierà la sfida per la candidatura a sindaco. Ma i frammenti dell’esplosione non hanno compattato e rilanciato gli avversari. In particolare non ha avuto effetti coagulanti sul centrosinistra che avrebbe sulla carta la possibilità di rifarsi per la perdita della propria tradizionale “roccaforte”. Anzi il panorama politico sembra simile a quello di un’esplosione in cui ogni spezzone vola via per conto suo, anche se verso la possibilità tutt’altro che remota di insuccesso elettorale per molti, pur qualificati, possibili competitori.

Pd, civici e socialisti, difficile sintesi con ipotesi primarie rimasta lontana

Partendo dal Pd e dalle aree politiche immediatamente collegate, le disponibilità a concorrere come primo cittadino sembrano al momento almeno 4. Tre sono quelle dei consiglieri comunali uscenti Andrea Querqui, sostenuto dal segretario del Pd cittadino, Giulio Conti; poi Emanuela Piroli vicina alla consigliera regionale Marta Bonafoni e attiva anche in campo culturale insieme a Diego Protani (esponente dell’area Schlein), e Mariangela De Santis che proviene dal mondo civicoe delle professioni; infine c’è Manuela Maliziola di Demos, già sindaca e rimasta in azione fuori dal Consiglio comunale contestando apertamente le decisioni della maggioranza Caligiore e, non di rado, critica con lo stesso centrosinistra. Non vanno dimenticati poi i socialisti di Antonio Ciotoli che potrebbero presentare per il massimo scranno cittadino lo stesso segretario cittadino e per due volte già sindaco oltre che ex commissario dell’Ater di Frosinone. Viene dato come possibile “battitore libero” – sempre nell’area – anche Valentino Trotta, d’impronta centrista e figlio dell’ex primo cittadino. Qualche tentativo per giungere ad una sintesi è stato già compiuto – anche se in maniera discreta – prima della fine dello scorso anno, ma con esito infruttuoso. Si è pensato che fosse il caso di allestire senza perdere tempo delle pirmarie anche perché le settimane comunque corrono e c’è la possibilità che la città possa essere chiamata a tornare alle urne entro maggio-giugno. Una scadenza ravvicinata per quel che richiede l’organizzazione di una campagna elettorale. Da qui la preoccupazione che aleggia in settori dello schieramento. Nel quale bisogna ricordare che si muovono anche altre realtà importanti. A cominciare da Progresso Fabraterno che ha un elemento di spicco a guidarlo come Francesco Ruggiero. Altresì determinati e impegnati sono i verdi del gruppo che fa capo a Colombo Massa. A sinistra grande dinamismo del collettivo Ceccano2030 che vede in Filippo Cannizzo e Alessandro Liburdi due dei maggiori esponenti.

Il centrodestra pensa ad un nome alla prima esperienza amministrativa

L’ipotesi di uno schieramento centrista guidato dall’ex candidato a sindaco presentato la volta scorsa dai dem, Marco Corsi, pare tramontata, considerato che l’interessato viene dato di nuovo nell’orbita di Fratelli d’Italia (la sua firma mancò al momento della riunione dal notaio per le dimissioni in massa dei consiglieri comunali). Chi ha il compito più arduo è comunque il centrodestra e, in particolare, il partito guidato dall’onorevole Massimo Ruspandini. È svanita la possibilità che lo stesso deputato e leader provinciale dei meloniani corra per la poltrona di primo cittadino, come sembrava in un primo momento possibile. Si è tornati di straforo a parlare di donne di primo piano come Federica Aceto e Ginevra Bianchini e anche di esponenti noti come Rino Liburdi e Marco Iacoboni. Ma le ultime indiscrezioni trapelate da ambienti meloniani parlano di un possibile candidato civico, che non abbia mai avuto rapporti con Caligiore e la sua amministrazione. Obiettivo allontanare il più possibile anche il solo ricordo dell’amministrazione finita tra sirene della polizia e atti giudiziari. Restando alla destra, c’è tra gli aspiranti Stefano Gizzi che ha avuto un particolare successo sui social coi suoi commenti all’indomani dello scandalo. Ha sicuramente voti e credibilità personali in settori che l’hanno seguito dopo che lui stesso venne allontanato dall’amministrazione Caligiore. Si muove col sostegno di Alessio Patriarca e orbita politicamente nell’ambito della Lega.

Nomi in secondo piano per scelta ma con le carte in regola come gli altri

Fuori dagli schieramenti politici tradizionali continua a muoversi il Comitato centro storico, promotore della grande manifestazione per il riscatto della città all’insegna della legalità. È guidato da un medico di indiscusso prestigio, la dottoressa Patrizia Fabi, ma non pare ci sia l’intenzione nel sodalizio civico di concorrere direttamente per le comunali. Un’altra figura capace di catturare consensi è il presidente di Indiegesta, Alessandro Ciotoli, più volte evocato come possibile candidato. Anche qui non c’è nulla che faccia presagire una concreta discesa in campo. Impegno politico e amministrativo per la città che quasi certamente non ci sarà, invece, da parte di un’altra figura di spessore e di solida reputazione come il professor Pietro Alviti. Ma l’elenco serve a ricordare come a Ceccano non manchino – al di là e oltre i nomi più noti già fatti – profili di personalità, anche giovani e comunque prive di usuramento politico, che avrebbero tutte le carte in regola per insediarsi nella stanza che conta di Palazzo Antonelli.

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