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Ceccano – “The good lobby”, concluse le indagini: si va verso il rinvio a giudizio

Gli indagati potranno ora chiedere di essere ascoltati o depositare memorie difensive. Poi il Pm formalizzerà richiesta di rinvio a giudizio

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Ceccano – Notificati gli avvisi di conclusione delle indagini preliminari nell’ambito dell’inchiesta “The good lobby”. Il primo marzo scorso sarebbero scaduti i termini di un anno per il completamento delle indagini preliminari così, a febbraio, era arrivata la richiesta di proroga da parte del Procuratore Europeo, Alberto Pioletti. Ritenuto impossibile chiudere i fascicoli a quella data, alla luce della complessità delle investigazioni, del rilevante numero dei coinvolti e del copioso materiale informatico sottoposto a sequestro e, all’epoca, ancora oggetto di analisi forense, la Procura Europea aveva chiesto al Gip la proroga delle indagini per altri sei mesi. Richiesta accolta tanto che, lo scorso aprile, agli indagati venne notificato l’avviso di proroga delle indagini.

Ieri, invece, un nuovo avviso, quello appunto di conclusione indagini, ha raggiunto gli indagati finiti nell’inchiesta della Squadra Mobile di Frosinone e del Servizio Centrale Operativo di Roma, coordinati dalla procura europea, che, all’alba dello scorso 24 ottobre, ha scoperchiato il presunto circuito “fatture-tangenti” utilizzato per la spartizione di “mazzette” provenienti dalle aziende aggiudicatarie di appalti presso il Comune di Ceccano.

Verso il rinvio a giudizio

Ora, insieme ai loro legali, gli indagati avranno 20 giorni per chiedere interrogatori e/o depositare memorie. Decorso questo termine, il Pm potrà formalizzare richiesta di rinvio a giudizio che potrebbe non interessare tutti i soggetti raggiunti ieri dalla notifica.

Gli avvisi hanno raggiunto: Gian Marco Anniballi, Pierfrancesco Anniballi, Stefano Anniballi, Antonio Annunziata, Diego Aureli, Selenia Boccia, Sabina Bonifazi, Roberto Caligiore, Loredana Capasso, Matteo Capuani, Camillo Ciotoli, Patrizia Criscuolo, Vincenzo D’Onofrio, Riccardo Del Brocco, Massimo Del Carmine, Emanuele Gentile, Salvatore Guido, Lucio Maione, Franco Marcoccia, Raffaele Merolla, Giulio Morelli, Elena Papetti, Stefano Polsinelli, Antonio Puppo, Maurizio Puzzuoli, Massimo Rinaldi, Danilo Rinaldi, Alberto Roncone, Frank Ruggiero, Luigi Schiavo, Gennaro Tramontano, Franca Maria Turchetta e l’Antea Produzione e Lavoro. 

L’ex assessore Angelo Macciomei e i funzionari del Comune, Simona Tanzi e Cesare Gizzi, così come altri soggetti che erano stati raggiunti dall’avviso di proroga indagine sembrerebbero essere usciti di scena; la Procura potrebbe averli ritenuti estranei al sistema corruttivo.

Fiduciosi i legali di Del Brocco

Tra i primi ad esprimersi, i legali dell’ex assessore all’ambiente Riccardo Del Brocco: “Con la notifica della conclusione delle indagini finalmente potremo esaminare nel dettaglio gli atti e far valere le nostre ragioni. La primissima analisi delle contestazioni, peraltro, conferma l’estraneità del Del Brocco a qualsiasi logica corruttiva, associativa o gestione indebita di denaro. Il nostro assistito ha sin dal primo momento offerto totale collaborazione e ribadisce piena fiducia nella Magistratura”, è il commento degli Avvocati Salvati e Polidori.

“The good lobby” e il sistema Ceccano

All’alba di giovedì 24 ottobre il terremoto giudiziario su Ceccano. Ai vertici dell’associazione a delinquere finalizzata alla corruzione, secondo l’accusa, figuravano l’allora sindaco Roberto Caligiore e il nullatenente “cassiere” delle tangenti Stefano Anniballi, 66 anni, di Frosinone. Ai domiciliari, oltre a loro, finì anche l’ingegnere di Sora Stefano Polsinelli, 47 anni e Antonio Annunziata, 42 anni di Napoli già noto alle cronache e ritenuto un “dominus” nell’ambito dell’inchiesta sul traffico di rifiuti alla Mecoris di Frosinone. Domiciliari per due mesi per l’architetto e funzionario dei Lavori pubblici Elena Papetti, 40 anni di Frosinone, per il geometra dell’ufficio tecnico Camillo Ciotoli, 61 anni, ceccanese, per il concittadino e architetto a capo dell’ufficio strategico per il Pnrr Diego Aureli, 58 anni. I tre erano tutti in servizio al Comune di Ceccano. Ai domiciliari per due mesi anche il commercialista Gennaro, detto Rino, Tramontano, 56 anni, originario della Campania ma residente a Ceccano e l’imprenditore Danilo Rinaldi, 43 anni di Ceccano come Vincenzo D’Onofrio, 44 anni, membro del Cda della società cooperativa indagata. 

L’associazione per delinquere, secondo le accuse, è stata in grado di gestire illecitamente una serie di concessioni pubbliche e autorizzazioni e l’assegnazione di appalti pubblici per un valore accertato intorno ai 5 milioni di euro, riscuotendo illecitamente denaro attraverso un innovativo e articolato sistema di tangenti. I flussi di denaro, riciclati attraverso un sistema di fatturazioni e bonifici verso aziende fittizie, sono stati poi monetizzati e consegnati a mano ai vertici dell’associazione. Gli appalti cui gli indagati si sono mostrati interessati erano finanziati con fondi del P.N.R.R. e con fondi europei per la gestione dell’accoglienza dei migranti. 

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