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Comune di Frosinone, question time e Consiglio: sedute per verificare se andare avanti o meno con la doppia convocazione

Questioni amministrative e Gaza all'ordine del giorno consiliare e molta politica nelle manovre sotterranee: partiti e liste verso il 2027

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Torna la seconda convocazione per il Consiglio comunale di Frosinone: nelle intenzioni di chi ha spinto verso questa direzione, evidentemente, la scelta concretizza il tentativo di rendere meno determinante il sostegno della lista Marzi per il mantenimento del numero legale. L’Ufficio di Presidenza, nella riunione dei capigruppo consiliari del 3 ottobre scorso, ha fissato la prima convocazione per il giorno 9 ottobre 2025 con inizio alle ore 8.30 e la seconda per il giorno successivo – 10 ottobre 2025 – con inizio alle ore 18.30. Ma la tendenza potrebbe essere di tornare all’unica convocazione sin dalla prossima assemblea, prevedibilmente novembrina, perché non sono pochi coloro che ritengono un errore aver ripristinato la doppia “chiama”. Tra questi ci sarebbero una parte del gruppo consiliare di Fratelli d’Italia, l’esponente della Lista Marini, Andrea Turriziani e lo stesso presidente del Consiglio, Max Tagliaferri. Bisognerà vedere quali ragionamenti politici prevarranno nella prospettiva sempre più pressante nelle manovre sotterranee in corso, del ritorno alle urne tra un paio di anni. La temperatura politica sarà misurabile in realtà sin dal question time di oggi, mercoledì 8 ottobre, alle ore 18.

I numeri della ‘maggioranza’ con rischi più teorici che pratici per il sindaco

Il problema della maggioranza appare, peraltro, più legato ai numeri teorici che a rischi concreti per il sindaco Mastrangeli nell’assemblea di palazzo Munari. L’opposizione è infatti del tutto frantumata, nonostante sia stata rafforzata dai nove dissidenti che hanno finito per abbandonare la squadra di governo. Così oggi la coalizione del primo cittadino arriva a 16 voti ai quali vanno sommati i 3 della lista Marzi. Sui banchi della minoranza restano quindi 14 consiglieri comunali. Ma il nodo da sciogliere riguarda la prospettiva. Davvero Mastrangeli vuol presentarsi di nuovo agli elettori con una aggregazione civica in concorrenza col centrodestra ufficiale? La prospettiva è stata fatta balenare – probabilmente ad arte su alcuni media – per evidenziare i motivi della sicurezza con cui il sindaco va avanti facendo finta di niente di fronte alle richieste di Fratelli d’Italia (basti vedere la nonchalance con cui ha approvato il Brt senza le assessore meloniane), dopo aver fatto spallucce di fronte all’elenco che hanno fatto finire sotto al suo naso il consigliere e coordinatore cittadino azzurro Pasquale Cirillo, col sostegno della coordinatrice provinciale Chiusaroli e, soprattutto, del senatore Fazzone.

La prospettiva del 2027 e il probabile sostegno di 4 gruppi civici

Ma adesso – con un gruppo leghista in difficoltà – e numeri in calo degli amici dell’ex sindaco Ottaviani è ora di tornare coi piedi a terra. E’ per questo che negli ambienti della coalizione di governo si torna a parlare di possibile azzeramento della giunta. Un riconteggio che corrisponda agli attuali confini dell’alleanza sarebbe necessario. Qual è la maggioranza che sostiene Mastrangeli e cosa farà alle prossime elezioni? Il sindaco ritiene solo che, se finisse subito la legislatura, potrebbe puntare alla conferma senza eccessivi patemi d’animo, anche perché di concorrenti veri e temibili non se ne vedono ancora in giro. Ma al di là di questa probabilità c’è poco su cui puntare. Ed invece la politica, specialmente in un capoluogo che gli elettori hanno consegnato nel 2022 al centrodestra, conta e continuerà a contare. Dalla sua Mastrangeli continuerà ad avere Andrea Turriziani della Lista Marini, il Polo Civico di Gianfranco Pizzutelli, il gruppo di Mauro Vicano e, se manterrà le promesse su ascensore inclinato e vendita dell’ex Mtc, anche la lista dell’ex sindaco Marzi.

Centrodestra in bilico sulla riunificazione, centrosinistra a pezzi

Fratelli d’Italia è in crescita con numeri che sembrano destinati a consolidare il primato tra i partiti nel capoluogo anche da qui al 2027: ragion per cui non ha fretta di addossarsi la responsabilità d’aver staccato la spina ad un sindaco di centrodestra. Per ora incassa le mancanze di garbo su vicende come Brt e pedonalizzazione di Piazzale Kambo. Ma senza candidati forti alternativi a Mastrangeli i meloniani non saranno disposti a compiere alcun gesto estremo. Così faticano anche a far sentire con la giusta fermezza le loro ragioni. Forza Italia comunque vede la sua collocazione naturale nella coalizione di centrodestra: in fin dei conti per il sindaco si tratta di trovare una diverso ruolo per l’attuale assessore al Bilancio per far quadrare i conti con gli azzurri. Secondo alcuni lo farà. Restano un’incognita i propositi del vicesindaco Antonio Scaccia, esponente di area Vannacci, che aspira alla poltrona di primo cittadino. Per il resto Pd e socialisti restano mondi inconciliabili: adesso volendo si sono anche allargate le distanze dopo che Vincenzo Iacovissi ha ottenuto il sostegno di un esponente storico dem del calibro del dottor Armando Papetti.

I civici espulsi dalla coalizione di governo potrebbero competere da protagonisti

Ma non è l’unico scenario possibile perché non fa i conti con i dissidenti che il sindaco s’è lasciato alle spalle in questi mesi. Parliamo del gruppo di Anselmo Pizzutelli, di FutuRa di Giovambattista Martino, Teresa Petricca, Francesco Pallone ed Alessandra Sardellitti e di un mondo civico e dell’impegno che potrebbe coagularsi attorno ad uno dei consiglieri citati. Infatti parliamo di esponenti noti per l’impegno sul territorio (Laboratorio Scalo ad esempio) e per battaglie di rilievo sociale come quelle nate a margine delle contaminazioni della Valle del Sacco. E’ un’area che potrebbe anche giovarsi di pezzi di centrodestra in caso di mancata ricomposizione dell’alleanza nel capoluogo. In questo panorama al sindaco Mastrangeli toccherà fare alcune mosse politicamente chiarificatrici.

Consolidato 2024 e debiti fuori bilancio al voto dell’assemblea

Intanto in Consiglio approdano alcuni argomenti a partire dall’approvazione del Bilancio Consolidato per l’esercizio 2024; il riconoscimento di debiti fuori bilancio per spese di lite per sentenze del Consiglio di Stato; sentenza Tar Lazio per la causa Geaf contro Comune; sentenza del Giudice di Pace di Frosinone S.P. c/ Comune di Frosinone; altra sentenza del Giudice di Pace di Frosinone – C.D./ Comune di Frosinone; ulteriore debito a seguito di sentenza Consorzio Cooperative Costruzioni / Comune stavolta del Tribunale Civile di Frosinone. In conclusione i temi internazionali.

Gaza, arriva l’odg Marzi. Ultima la mozione di Anselmo Pizzutelli

Al punto 8 ci sarà l’ordine del giorno diretto a sostenere la necessità della tregua dello Stato di Guerra nella Striscia di Gaza in Medio Oriente e l’auspicato futuro riconoscimento da parte del Governo Italiano dello Stato della Palestina a firma del consigliere ed ex sindaco Domenico Marzi che era stato rinviato in vista della stesura di un testo in grado di ottenere un voto unanime dall’assemblea. Quindi, da ultimo, la mozione avente ad oggetto “Condanna del genocidio di Gaza, ripudio del terrorismo e della guerra, impegno per la pace” a firma del consigliere Anselmo Pizzutelli. Esponente fortemente contrariato per il posizionamento dell’argomento all’ultimo punto: “Di fronte all’arroganza politica mi indigno: ma di fronte alla mancanza di umanità allora lì veramente provo nausea”, scandisce e taglia netto.

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