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Discarica di Roccasecca, dirigenza regionale risponde a Marotta (Avs): disco verde a Mad sul V bacino ed alla cessione del sito a Navarra

La burocrazia di via Colombo "stende il tappeto" alla riapertura dell'impianto: il documento inviato al consigliere regionale di opposizione

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Il consigliere regionale di opposizione Claudio Marotta (eletto nella lista Verdi e Sinistra – Europa Verde – Possibile) ha ricevuto nelle scorse ore la risposta della struttura tecnica regionale competente a seguito della sua interrogazione urgente sulla situazione della discarica di Roccasecca e sulla possibile riapertura del sito. Il documento, sottoscritto dal titolare del procedimento del settore Impianti di discarica, dal dirigente area Aia e dal dirigente regionale Affari Istituzionali e Contenzioso, contiene una serie di elementi utili a far comprendere come la tendenza sia sempre più chiaramente quella che dovrebbe portare alla riattivazione dell’impianto. Innanzitutto c’è un disco verde alla cessione del sito della Mad di Valter Lozza ad una società dell’imprenditore Rosettano Navarra: operazione che dovrebbe perfezionarsi nel mese di ottobre come annunciato a suo tempo sulle nostre pagine.

Claudio Marotta

“Il passaggio di proprietà non reca danno a salute pubblica e ambiente”

“In merito alla presunta trattativa della società M.A.D.s.r.l., gestore del suddetto impianto di discarica per la cessione della stessa, nonché alla richiesta di un intervento da parte della Regione – scrivono i funzionari e dirigenti -, si evidenzia che l’Amministrazione Pubblica non ha facoltà di inibire trattative private tra soggetti imprenditoriali, né i processi di “due diligence” affidati a società di consulenza. Tale principio è radicato nell’articolo 41 della Costituzione della Repubblica Italiana, che sancisce la libertà di iniziativa economica privata, a condizione che non rechi danno alla salute e all’ambiente. Si sottolinea inoltre che un eventuale mutamento della compagine societaria non implica di per sé un’alterazione dei profili di rischio ambientale. Qualsiasi danno, attuale o potenziale, è infatti legato all’impianto in sé e non al soggetto che lo gestisce. Qualora la cessione d’azienda si concretizzasse, la Regione, su istanza del subentrante, attiverebbe le procedure previste dalla normativa vigente per la voltura dell’autorizzazione”.

“Piena validità ed efficacia delle autorizzazioni per gestire il sito”

La procedura – spiegano sempre il funzionario ed i due dirigenti regionali – è finalizzata a trasferire la titolarità dell’autorizzazione dall’azienda cedente
a quella cessionaria, “garantendo la piena continuità delle attività autorizzate e il rispetto di tutti gli obblighi ambientali prescritti nei titoli autorizzatori. Per quanto attiene all’affermazione che il contenzioso relativo alle impugnazioni delle autorizzazioni in capo al gestore sarebbe in pendenza del secondo grado, ovvero in fase di appello dinanzi al Consiglio di Stato, la stessa risulta errata. Infatti, con le sentenze nn. 7274 del 28/08/2024 e n. 7987 del 04/10/2024 il Consiglio di Stato ne ha confermato la piena validità ed efficacia”.

“Non ci sono impedimenti alla realizzazione e messa in esercizio dell’ampliamento”

Il consigliere Marotta ha anche sollevato questioni relative alla sospensione dell’Autorizzazione Integrata Ambientale (Aia) da parte del Tribunale Amministrativo Regionale del Lazio. I tre funzionari e dirigenti, in proposito precisano: “Sebbene il TAR, con un primo Decreto monocratico, n. 176/2025, avesse inizialmente sospeso i titoli VIA e A.I.A in capo al gestore MAD s.r.l., un successivo ulteriore Decreto
monocratico, il n. 189/2025, ha radicalmente modificato la precedente decisione. Con quest’ultimo atto, il Tribunale ha infatti respinto l’istanza di misure cautelari monocratiche e ha confermato la trattazione collegiale della questione nella Camera di consiglio del 10 settembre 2025. Pertanto, allo stato attuale, la Via e l’Aia in capo al gestore Mad srl sono da considerarsi vigenti e pienamente efficaci ai fini dell’esercizio dell’impianto. Di conseguenza, non vi sono impedimenti alla realizzazione e messa in esercizio del cosiddetto “Bacino V” dell’impianto, i cui lavori, peraltro, erano già iniziati nell’anno 2021 e, conseguentemente, quelli attuali, ne costituiscono ripresa ed esecuzione per il completamento degli stessi”.

“Non possono essere motivo di preoccupazione semplici movimenti terra”

Disco verde, dunque, anche sulla riattivazione del sito: “…nulla osta, allo stato attuale e secondo le finali disposizioni della giustizia amministrativa di cui al Decreto monocratico n. 189/2025, alla prosecuzione delle attività di gestione e post-gestione, che sono necessarie per mantenere il sito in condizioni di sicurezza a tutela del territorio e della salute pubblica. Al momento, non sussistono cause ostative al mantenimento dei rapporti autorizzatori in essere con la società M.A.D. s.r.l”.

Quanto alle segnalazioni di movimenti di terra, i vertici della burocrazia regionale competente in materia fanno presente “che tali attività sono con ogni probabilità riconducibili ai lavori di scavo previsti dal progetto per la realizzazione del Bacino V, i quali, come già rappresentato, sono in fase di ultimazione. Non si ritiene che semplici movimenti di terra possano costituire motivo di preoccupazione o arrecare danno alla collettività. Infine, eventuali contenziosi relativi alla presenza di una strada comunale o a terreni per i quali la Provincia di Frosinone ha disposto interventi di bonifica – conclude la risposta a Marotta riferendosi ai motivi di impugnazione presentati dal Comune di Roccasecca -, gli stessi esulano dalle competenze specifiche di questa Amministrazione regionale”.

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