Un’estate che brucia. In senso letterale. La Ciociaria sta vivendo l’ennesima stagione estiva segnata dall’emergenza incendi, con numeri che fotografano una situazione allarmante: oltre 100 roghi già registrati solo nel mese di giugno e un luglio che ha fatto segnare un ulteriore incremento degli interventi. I fronti attivi si moltiplicano di giorno in giorno, alimentati da temperature elevate, terreni inariditi e – sempre più spesso – dalla mano criminale dei piromani.
I Vigili del Fuoco, insieme ai volontari e ai nuclei operativi della Protezione Civile, sono impegnati quotidianamente in un estenuante lavoro di contenimento e bonifica. Le zone colpite spaziano dalle aree collinari ai tratti più pianeggianti, senza risparmiare neppure i piccoli centri urbani, lambiti da fiamme che minacciano anche abitazioni e strutture produttive.
Ettari di vegetazione distrutti, fauna in fuga e habitat devastati
A essere divorati dalle fiamme sono ettari e ettari di macchia mediterranea, uliveti, campi incolti e boschi. A farne le spese è anche la fauna selvatica: volpi, ricci, uccelli, istrici. Molti animali muoiono intrappolati o ustionati, altri riescono a fuggire ma perdono per sempre il proprio habitat. Il danno ecologico è incalcolabile e, in molti casi, irreversibile.
Ogni estate si ripete lo stesso copione, con il territorio che paga un prezzo altissimo in termini ambientali, economici e sociali. Un’emergenza ciclica che, però, rischia di diventare strutturale se non si interviene con strumenti adeguati.
Serve un cambio di passo: sorveglianza aerea e tolleranza zero
“Servono azioni più incisive contro i piromani, a partire da un potenziamento dei controlli nelle aree a rischio”, è l’appello condiviso da più amministrazioni locali e associazioni ambientaliste. Tra le proposte in campo: l’uso di droni per la sorveglianza aerea delle zone boschive, il rafforzamento delle sanzioni per chi appicca il fuoco e una maggiore sensibilizzazione dei cittadini.
La prevenzione passa anche per una gestione più attenta del verde, con pulizia dei terreni, sfalci periodici e campagne di informazione pubblica rivolte a turisti e residenti. Ma soprattutto, occorre far capire che chi brucia un bosco distrugge un pezzo di futuro.