Ferentino – Nessuna ‘multa contro chi dà da mangiare ai randagi’. La precisazione arriva direttamente dal Comune di Ferentino, che ha voluto fare chiarezza su una notizia circolata nei giorni scorsi e rivelatasi parziale e fuorviante.
Nello specifico, era emerso che un’anziana di 85 anni fosse stata multata per 2.000 euro per aver dato da mangiare a 4 cani randagi. La pensionata che vive sola con una modesta pensione, nel centro di Ferentino, era stata sanzionata dopo l’esposto di alcuni vicini. I quattro meticci, accuditi quotidianamente con ciotole di cibo lasciate davanti casa, sono stati considerati “sotto la sua responsabilità” ai sensi della Legge e dei regolamenti regionali sul randagismo. Secondo la normativa, chi nutre abitualmente cani randagi deve iscriverli all’anagrafe canina con microchip o segnalarli per il trasferimento in canile. L’anziana non ha ottemperato e ha ricevuto la maxi-multa. L’85enne, assistita dal suo legale, ha presentato ricorso.
Il Comune chiarisce
La sanzione amministrativa oggetto del caso non è stata elevata dal Comune, ma dal Servizio Veterinario dell’ASL di Frosinone – Area Nord, a seguito di una segnalazione dei Carabinieri. Il Comune è intervenuto solo in un secondo momento, come previsto dalla Legge n. 689/1981, nella fase di ingiunzione e riscossione: un passaggio tecnico e obbligato, non una scelta discrezionale dell’amministrazione.
«È fondamentale che i cittadini comprendano che il Comune non ha punito un gesto di affetto verso gli animali – dichiara Federica Mastrangeli, consigliera delegata al benessere animale – ma ha applicato una norma regionale che tutela sia gli animali sia la salute pubblica. Chi accudisce in modo continuativo un cane randagio ne diventa di fatto responsabile, ed è tenuto a iscriverlo all’anagrafe canina e a farlo microchippare. Si tratta di una misura sanitaria, non punitiva.»
Secondo la consigliera, la normativa – la Legge Regionale Lazio n. 34/1997 – serve a contrastare l’abbandono e il randagismo, fenomeni che rappresentano una criticità non solo etica, ma anche igienico-sanitaria. «Il microchip – aggiunge Mastrangeli – è lo strumento che consente di identificare l’animale, prevenirne l’abbandono e assicurare un controllo veterinario adeguato. È una tutela, non un ostacolo.»
L’Amministrazione comunale di Ferentino, peraltro, promuove e facilita la regolarizzazione dei cani grazie a un servizio gratuito di microchippatura, organizzato periodicamente in collaborazione con il Servizio Veterinario dell’ASL. L’iniziativa ha l’obiettivo di sostenere i cittadini più sensibili e responsabili, evitando sanzioni e semplificando gli adempimenti amministrativi.
«Ferentino è una città amica degli animali – prosegue Mastrangeli – e chi si prende cura di loro è un alleato dell’amministrazione. Tuttavia, per tutelare davvero i nostri amici a quattro zampe è indispensabile il rispetto delle regole: solo così possiamo garantire sicurezza, salute e benessere per tutti.»
Il Comune ribadisce che la sanzione è di competenza dell’ASL, non dell’amministrazione comunale, e che l’obbligo di microchip previsto per legge mira a contrastare il randagismo. La microchippatura gratuita offerta dal Comune serve proprio a evitare difficoltà economiche ai cittadini più fragili.
«Comprendiamo la sensibilità e la buona fede di chi si prende cura degli animali – conclude la consigliera – ma la conoscenza e il rispetto delle norme sono la condizione per costruire una vera cultura del benessere animale.»
