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Frosinone, Anselmo Pizzutelli: “I dissidenti su Piazzale Kambo e Brt? Rimettano le deleghe”

Il consigliere di minoranza: "Mastrangeli ha detto di aver provato a recuperare FI ma non ha fatto niente per recuperare la sua lista"

Anselmo Pizzutelli, consigliere comunale di minoranza
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La crisi nei rapporti fra il sindaco Riccardo Mastrangeli e il gruppo vicino a Nicola Ottaviani da una parte e Fratelli d’Italia dall’altra va avanti anche se, come scritto nei giorni scorsi, assomiglia molto ad uno “stallo alla messicana”, in cui al di là di qualche dichiarazione piccata del primo cittadino e di qualche atteggiamento inequivocabile dei meloniani, non si muove nulla all’atto concreto. Con l’opposizione di centrosinistra (Pd e Psi) a cercare di svolgere il ruolo da “minimo sindacale” nel chiedere le dimissioni al primo cittadino di centrodestra, in bilico sull’ultimo sperone della consiliatura. Sul momento politico e amministrativo del capoluogo abbiamo intervistato Anselmo Pizzutelli, capogruppo della Lista Mastrangeli poi finito all’opposizione insieme ad altri 8 consiglieri dell’ex maggioranza eletta nel 2022.

Quanto ai numeri risicati ed al sostegno di pezzi di minoranza, il sindaco in Consiglio ha detto che Forza Italia s’è tirata fuori da sola e che, comunque, lui ha fatto ogni sforzo per recuperarla. Cosa ne pensa?

“Che se ha fatto dei tentativi per recuperare la lista di Fora Italia, nessun tentativo ha compiuto per recuperare la Lista Mastrangeli. Ma non perché volessi essere ‘riportato dentro’ ma solo a dimostrazione che al sindaco non interessava avere in seno alla maggioranza delle voci critiche. Non ha ancora compreso che quella critica poteva essere utile. Tanto è vero che oggi tanti degli argomenti da me sollevati in tempi non sospetti trovano evidente conferma nelle dinamiche in corso”.

“Se mi avessero ascoltato avremmo evitato opere inutili e salvato la coalizione”

Partiamo dal solito bus rapid transit (Brt)…

“Non voglio solo fare riferimento al 31 luglio dello scorso anno: ci sono i verbali per leggere cosa dicevano coloro che oggi si schierano contro il Brt. Se non fosse stato per me, Mirabella, Bortone e Forza Italia, tutti gli altri hanno osannato un progetto ritenuto utile all’ammodernamento della città, ammantando un’opera inutile con belle parole. Ricordo il presidente del Consiglio comunale che cercava di ostacolare la mia esposizione sull’argomento: fui accusato di star lì a mettere su uno show. Ero convinto allora di quel che sostenevo e di cui sono convinto ancora oggi: che il Brt è un’opera inutile: ho sostenuto in commissione un mese fa che sarebbe stato opportuno cercare di utilizzare quelle risorse, visto che sono fondi ministeriali e non più Pnrr, per potenziare il trasporto pubblico locale (Tpl)”.

Il primo cittadino va avanti senza esitazione, l’ha dimostrato col voto in giunta senza FdI.

“Mi chiedo solo, se è vero come pare di capire, che la Regione Lazio intende ridimensionare i costi del Tpl nel Lazio, una volta entrato in funzione il Brt, con un autobus che fa su e giù ogni 8 minuti per 16 ore al giorno. Navette che intasano, che tolgono stalli di sosta blu, creano danno al commercio e svalutano immobili. Oltretutto richiamo di averle vuote e di non avere servizio di trasporto nelle periferie. A me sembra tutto molto lampante. A parte poi il Consiglio comunale aperto del 31 luglio dell’anno scorso, convocato con firme di noi consiglieri, dopo aver mobilitato i cittadini, dopo i flash mob, dopo aver riempito la sala consiliare, fissato alle 10 di mattina con caldo asfissiante e poi andato avanti fino a sera, con question time, perché si volevano stancare e sfinire tutti. Ho sollevato le criticità nel 2023, il 26 luglio di quell’anno nella riunione di maggioranza quelli che oggi si lamentano, consiglieri ed anche assessori, ed ex che non sono più assessori, sostenevano il Brt ed a giugno l’avevano approvato”.

“Sperpero di denaro pubblico e rottura della maggioranza: ecco i veri risultati”

La sua conclusione?

“Chiedo un po’ di umiltà da parte del sindaco nell’accettare la critica e comprendere i motivi della contestazione, e un po’ di lungimiranza sui problemi da affrontare. Ma i consiglieri comunali hanno dimostrato di non avere lungimiranza se ci sono voluti due anni per capire che non poteva funzionare ed anche di mancare quanto a capacità di ascolto. Insomma, se all’epoca avessimo fatto blocco avremmo corretto la stortura del Brt e probabilmente sarebbe ancora in piedi la maggioranza a 22 che elesse Mastrangeli sindaco. Ora quella chiusura di allora e quella persistente porteranno allo sperpero di denaro pubblico per un’opera inutile e hanno causato la rottura della maggioranza con compromissione dei rapporti non solo politici ma anche personali”.

Il sindaco ricorda che sta portando avanti un programma elettorale sottoscritto da tutti i partiti e le civiche e che, comunque, si tratta di opere in continuità con le amministrazioni Ottaviani. Di questo si fa essenzialmente forte.

“Mastrangeli porta avanti un programma in continuità con Ottaviani per incapacità di riconoscere errori fatti anche nel corso dell’amministrazione dell’ex sindaco. Vedasi la pedonalizzazione totale di Piazzale Kambo e la chiusura dell’area antistante la Sacra Famiglia. Poi, nello specifico, ritengo sia un errore pensare di far passare il Brt in via don Minzoni dove non si transita agevolmente, non c’è parcheggio, le attività commerciali storiche sono state sostituite da minimarket a gestione straniera, già si fa la fila per via Marittima adesso ci dovremo far girare i bus da 12 metri. Allora perché non aprire al transito il sagrato, far passare il Brt davanti alla stazione e rientrare in via Puccini, incrocio via Verdi? Sono stato lasciato solo in questa battaglia quando si poteva correggere qualcosa e salvare la maggioranza, oggi sono contento che si siano resi conto dello stato delle cose giungendo alle mie stesse conclusioni ma spero che siano animati dalla concreta voglia di fare e scongiurare la realizzazione di quest’opera come presentata”.

“La continuità amministrativa con Ottaviani? Non si sono corretti i suoi errori”

Pensa che molti abbiano avuto un “ravvedimento” solo di facciata?

“Non vorrei che fosse come per Piazzale Kambo, dove a sopralluoghi e dichiarazioni sui giornali non è seguita una opposizione forte di richiesta di apertura del piazzale. È sembrato, più che altro, uno spot elettorale. Chi si è lamentato di questa chiusura al traffico poi non ha sostenuto la mozione che ho presentato contro la pedonalizzazione totale; non mi sembra che abbiano fatto qualcosa a difesa della mozione approvata in Consiglio. Io sono andato al prefetto insieme a Pd e Forza Italia. Detto questo non vorrei che si fosse, ripeto come per Piazzale Kambo, alzata la voce solo per far vedere ai cittadini che si sta dalla loro parte”.

Cosa dovrebbero fare i dissidenti della pedonalizzazione e del Brt?

“Se gli assessori di FdI come il presidente del Consiglio comunale sono contrari devono dare seguito a queste dichiarazioni. Farebbero bella figura a rimettere nelle mani del sindaco le loro deleghe, per vedere le intenzioni dello stesso sindaco. ‘Hai approvato il progetto senza di me, ti ho chiesto di riaprire al traffico Piazzale Kambo e non mi hai risposto, allora ecco le mie deleghe sul tuo tavolo e fammi capire cosa fai’. Così dovrebbero dire. Ricordo che a me è stata tolta la delega solo perché avevo evidenziato criticità su certe situazioni come le piste ciclabili e per non aver sottoscritto il documento di fedeltà incondizionata a sindaco e giunta. Visti tutti gli altri che hanno sottoscritto e poi sono usciti dalla maggioranza, anche sbattendo la porta più forte di me, di quel documento il sindaco cosa ne ha fatto? Io almeno sono stato coerente dall’inizio alla fine”.

Cosa è uscito dai radar mediatici tra i problemi da lei sollevati?

“Sento parare di via Marittima, nel question time del 31 luglio dell’anno scorso posi la questione dell’asfalto che saltava. Per arrivare a settembre e registrare che saltava ancora alle prime piogge. L’assessore Retrosi coadiuvato dall’allora dirigente Caringi si arrampicarono sugli specchi, affermando che erano state fatte contestazioni alla ditta. Ma poi venne pagato uno stato di avanzamento lavori da 624mila euro. Soldi dati non solo per lavori eseguiti nella bitumazione ma anche per l’acquisto di materiali che sembrerebbero depostati in qualche magazzino. Tipo resine per le piste ciclabili. Materiali pagati da tutti. Lo ricordiamo?”.

La Zes mancata ed il mistero del ricorso di Ottaviani all’Europa contro il governo

Sul piano politico, intanto, tiene banco l’esclusione di Frosinone e provincia dalla Zes con figuraccia per il centrodestra locale.

“È gravissimo che la Ciociaria – che è sempre stata area ex Casmez – adesso debba subire la concorrenza delle aree incentivate del sud e non solo, vista l’inclusione di Umbria e Marche. La crisi di fondo dell’industria sul nostro territoorio, del resto, ricordiamo che nasce con la chiusura della Cassa del Mezzogiorno e con la fine della stagione del ben volere di Giulio Andreotti. Questa zona ha prosperato in quel periodo, anche se sono rimasti tanti danni di carattere ambientale a cui peraltro bisognerà mettere riparo. Oggi, con la crisi generalizzata del manifatturiero e con la crisi appena iniziata dell’automotive, a maggior ragione questa area aveva bisogno di entrare nelle Zes unica”.

A dicembre dello scorso anno, sulla mancata Zes, l’onorevole Ottaviani aveva minacciato “una specifica denuncia a mia firma di violazione di trattato EU, per verificare la legittimità dell’operato del Ministero e, conseguentemente dello Stato italiano”. Giusto, no?

“Ricordo che aveva minacciato di fare ricorso all’Europa avverso la scelta del suo governo. Eppure il ministro dell’economia Giancarlo Giorgetti è un suo ministro di riferimento e in qualche modo c’entra con la Zes. Se questo ricorso poi l’ha fatto davvero e se ha prodotto qualcosa o meno, siamo ancora in attesa di apprenderlo. Fatto sta che la Ciociaria è fuori dalla zona economica speciale ed altre regioni meno bisognose stanno dentro”.

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