Home Politica Frosinone, dalla battaglia sulla Zes al rinnovo del Consiglio comunale: il centrodestra...

Frosinone, dalla battaglia sulla Zes al rinnovo del Consiglio comunale: il centrodestra gioca da solo

Fra l'onorevole Ottaviani e il coordinatore Trancassini un confronto duro che sintetizza tutte le tensioni dalla Regione Lazio al capoluogo

- Pubblicità -
- Pubblicità -

L’attacco di Nicola Ottaviani è partito con le mail ai giornali ed ai siti domenica sera: la Lega rimane l’unica forza a sostenere la necessità di estendere la Zes anche al Lazio ed alle province di Frosinone e Latina. Non usa giri di parole a proposito della seduta in Commissione Bilancio: “Il resoconto di mercoledì è politicamente intollerabile, ma storicamente incancellabile. Fratelli D’Italia ha ritirato e trasformato in odg il suo 3.0.1 T2 (Istituzione di Zone Franche Doganali Intercluse nel Basso Lazio), mentre Forza Italia ha ritirato i suoi 1.5 e 1.7, per l’estensione della Zes alle province del Lazio”. Un doppio colpo diretto ai due alleati senza pensarci troppo sopra: disvela circostanze inconfutabili ma che un centrodestra unito avrebbe fatto meglio a dissimulare per salvare la faccia con gli elettori ciociari e pontini. Il coordinatore di Fratelli d’Italia, Paolo Trancassini, risponde con un’intervista a distanza di poche ore e non si sottrae al match: “Ho letto le recenti dichiarazioni dell’onorevole Ottaviani, e mi dispiace che si collochi al di fuori di una squadra impegnata in partite importanti”.

Lo scontro coriaceo tra Ottaviani e Trancassini in tre round

Le parole che escono col vapore del gelo proseguono citando la situazione da stallo messicano (tra Fdi e gruppo Ottaviani, con Forza Italia all’opposizione) che persiste nel capoluogo: “Confido che anche in questo caso, come per il Comune di Frosinone, si continui a prediligere il “noi” all’“io”, come fa tutta la squadra di Fratelli d’Italia, sperando che l’onorevole Ottaviani torni a giocare insieme al centrodestra”. Ottaviani non ci sta e controreplica nella serata del 20 ottobre: “Se pubblicare lo stenografico della seduta in commissione bilancio al Senato, da cui risulta che solo la Lega ha difeso i territori delle province di Frosinone, Latina e Rieti, per l’inserimento della Zes, appare un atto di insurrezione, allora non ci siamo proprio”. Con un centrosinistra evanescente, se non del tutto assente, emerge la rivalità tra le forze del centrodestra che si permette di recitare tutti i ruoli in copione.

L’effetto Meloni funziona al centro ma in periferia non arriva

La polemica Ottaviani-Trancassini racchiude la misurazione della distanza tra il predominio centralistico di Giorgia Meloni, fondato su un consenso fortemente personale. E lo scollamento della coalizione nelle periferie, dove la premier non può arrivare per forza di cose, a meno di non sottrarre a Sant’Antonio da Padova il miracolo dell’ubiquità. Proprio l’intervento di Meloni, del resto, ha limitato i danni dello scontro regionale grazie ad avvertimenti a quattr’occhi con Tajani e Salvini: “Rocca non si tocca sarebbe devastante per il governo”. Ma Frosinone resta l’anello debole, dove un sindaco di centrodestra s’è perso per strada 9 eletti della maggioranza originaria e pare che a nessuno importi più di tanto. Anche se tra i dissidenti si è allineato da un pezzo il gruppo consiliare di Forza Italia e se lo stesso sindaco, per andare avanti nella consiliatura, deve far ricorso stabilmente a più pezzi di ex oppositori di area di centrosinistra.

Il caso più unico che raro della consiliatura nel capoluogo

Intanto Fratelli d’Italia viene presa a schiaffi in giunta sul Brt e Forza Italia ignorata sulle sue richieste (a partire da quella sull’assessorato al Bilancio da cambiare). Se questo è il centrodestra nel capoluogo, si deduce che continuerà a vincere nel 2027 solo grazie all’impalpabilità del presunto avversario di centrosinistra. E’ la foto probabilmente del vero miracolo del capoluogo: un prodigio politico che resta alla guida di Palazzo Munari, sfidando le leggi naturali della politica nazionale. Ora su Frosinone Ottaviani gioca la sua partita vitale, questo appare evidente: visto e considerato che sulla tenuta ulteriore della Lega nazionale e dei posti in Parlamento relativi – se non si placano le tempeste interne sul ritorno alla vocazione nordista e non si provvede al più presto a moltiplicare pani e pesci nelle urne – c’è ben poco da investire impegni politici.

I meloniani intorpiditi, le strategie di Fazzone e l’effetto Tiero

Su Frosinone i meloniani restano in attesa del mitico tavolo regionale che non si pronuncia mai. Come in preda ad un misterioso esorcismo: i “Fratelli” sono i più numerosi in Consiglio e forti elettoralmente ma sembrano i più marginali e ininfluenti. Forza Italia s’è messa da parte perché il suo elenco di sollecitazioni al sindaco è finito in un cestino come carta per il macero. Ma in questa posizione di principio si insinua anche la strategia regionale del coordinatore Claudio Fazzone che ragiona sempre avendo uno sguardo trepidante e apprensivo per la sua Latina. Città monopolizzata da Fratelli d’Italia ma che ora, “grazie” all’inchiesta su Tiero, diventa contendibile. E il capoluogo ciociaro come quello pontino, in certe fasi pre-elettorali, diventano caselle come altre: le dinamiche interne alle alleanze provvedono a disarcionamenti e assegnazioni.

FdI e Fi hanno preso atto che… ‘era poco da emendare

La lettura più semplice dell’accaduto è probabilmente che sia Fratelli d’Italia che Forza Italia sulla Zes hanno compreso che il governo non avrebbe mai fatto passare l’estensione al Lazio per motivi finanziari e, quindi, hanno dovuto ritirare emendamenti che si sarebbero tradotti in tentativi velleitari, offrendo solo materiale alle opposizioni per attaccare la premier. La Lega con Ottaviani ha visto, viceversa, in questa battaglia, forse persa in partenza, l’occasione per distinguersi e segnare le differenze dagli avversari di cordata e per mostrarle agli elettori sia di Frosinone che di Latina. Nel tentativo di recuperare spazi elettorali sempre più limitati, anche a seguito delle dinamiche nazionali dopo i ridimensionamenti clamorosi in alcune regioni.

Ma per la Lega la battaglia ora è diventata esistenziale

Lo stallo frusinate comunque, con buona pace delle certezze del sindaco e dei suoi sostenitori, non dovrebbe durare molto. Il tempo in cui Fratelli d’Italia decida cosa vuol fare per le prossime elezioni comunali sta per scadere. Altri cinque anni con Mastrangeli sindaco sono davvero praticabili alle condizioni attuali? Si accettano scommesse. Ma salgono retroscena e indiscrezioni su un quadro politico e civico in sotterranea ma concreta mutazione rispetto a quello che vediamo, nella prospettiva del voto amministrativo attesa tra due anni e poco più. L’hanno più volte dato ad intendere esponenti civici che si sono messi di traverso mettendoci la faccia e che si ritrovano al centro delle dinamiche in corso. Serviranno esorcismi e prodigi per pronosticare con probabilità di successo il nome del futuro sindaco del capoluogo nel caos attuale. A meno che non rispunti il più astuto e satanasso di tutti a rimescolare le carte. Il già sindaco.

- Pubblicità -
Exit mobile version