L’opposizione consiliare di Frosinone chiede sulla vicenda di Piazzale Kambo un incontro al prefetto per denunciare la violazione del principio di corretto funzionamento del Consiglio comunale del capoluogo. A firmare l’istanza Anselmo Pizzutelli (lista Mastrangeli), Giovanni Bortone (eletto Lega), Norberto Venturi (Pd), Maria Antonietta Mirabella (Lista Mastrangeli), Angelo Pizzutelli (Pd), Fabrizio Cristofari (Pd), Armando Papetti (Lista Marzi), Pasquale Cirillo (Fi), Christian Alviani (Fi) e Maurizio Scaccia (Fi). Domenico Marzi e Vincenzo Iacovissi (Psi) non hanno ritenuto di dover firmare per motivi diversi. Era stato coinvolto anche il capogruppo di FdI Franco Carfagna che non ha aderito nonostante il suo gruppo sia favorevole alla riapertura al traffico, almeno in un senso di marcia, dell’area antistante lo Scalo. Ma vediamo qual è il nocciolo della contestazione: “Nel corso della seduta di Consiglio comunale straordinario in data 5 marzo 2025 – si legge nella missiva al prefetto -, avente ad oggetto la pedonalizzazione di Piazzale Kambo, è stata approvata all’unanimità con il voto favorevole anche del sindaco, un’apposita mozione consiliare dal titolo ‘Azioni da intraprendere per modificare l’attuale progetto relativo alla chiusura al traffico dell’area di Piazzale Kambo’ con cui è stata manifestata la volontà espressa e unanime di non procedere alla pedonalizzazione dell’area in oggetto”.
Marzi, Iacovissi e Carfagna preferiscono non firmare il documento
“Tuttavia – aggiunge la nota di Anselmo Pizzutelli e colleghi – già dal giorno successivo alla seduta consiliare il sindaco ha assunto pubblicamente posizioni in palese contrasto con quanto da lui stesso sottoscritto, dichiarando la volontà di procedere comunque alla pedonalizzazione dell’area, contraddicendo e di fatto svuotando di efficacia l’atto politico-amministrativo in sede consiliare. Tale circostanza, oltre a configurare una grave lesione della funzione rappresentativa del Consiglio comunale e dei principi di correttezza istituzionale e rispetto delle deliberazioni dell’organo collegiale, determina l’avvio di lavori potenzialmente in contrasto con gli atti formalmente adottati dall’Ente. Non può escludersi che, qualora si procedesse nella realizzazione delle opere di pedonalizzazione si renda necessaria in futuro la demolizione delle stesse, con conseguente spreco di risorse pubbliche”. Per questi motivi i consiglieri di minoranza chiedono l’incontro al Palazzo del Governo, precisando di voler “illustrare direttamente le criticità sopra evidenziate, nell’interesse del corretto funzionamento democratico degli organi dell’ente locale, nonché del rispetto della legalità e dell’efficienza amministrativa”.
Anselmo Pizzutelli: “Si è svilito il ruolo dell’intero Consiglio comunale”
“Il problema – spiega Anselmo Pizzutelli – è che nei fatti si svilisce il ruolo del Consiglio comunale se si fa finta che alla mozione approvata non vada dato seguito. Per questo, l’ho già fatto diverse volte ma torno a farlo ora, mi appello agli ex sindaci Fanelli, Marini, Marzi ed Ottaviani affinché prendano posizione su questo problema specifico. Ricordo, oltretutto, che nel corso della seduta consiliare a cui ci riferiamo, ci fu una sospensione dei lavori proprio per arrivare ad una soluzione unitaria, anche in considerazione della circostanza che sarebbe stato complicato – come sosteneva il sindaco – chiedere la revoca immediata dell’ordinanza che stabiliva la chiusura al traffico di quell’area. E comunque, ad accordo raggiunto sulla mozione, quell’atto rappresentava un impegno che si era assunto l’intera assise civica”. Pizzutelli spiega che l’obiettivo sostanziale sarebbe stato quello di aprire un corridoio per i pendolari, rendendolo percorribile non solo ai mezzi di soccorso ma anche al trasporto pubblico locale ed alle auto. Si sarebbe poi dovuto procedere ad una vera e propria variante al progetto. Cosa peraltro che oggi chiede una forza di maggioranza rilevante come Fratelli d’Italia.