È un nuovo filone investigativo a scuotere la sanità ciociara: i Carabinieri del NAS di Latina hanno infatti eseguito un sequestro preventivo per equivalente, del valore di oltre 65 mila euro, nei confronti di un medico dipendente a tempo indeterminato della ASL di Frosinone. Il provvedimento è stato disposto dal G.I.P. del Tribunale di Frosinone su richiesta della Procura della Repubblica, nell’ambito della strategia operativa “Liste di Attesa” avviata dal Comando Carabinieri per la Tutela della Salute di Roma.
Secondo quanto ricostruito dagli inquirenti, il professionista avrebbe incassato in contanti i pagamenti delle visite effettuate in regime di libera professione intramuraria, sottraendo così i proventi ai canali ufficiali dell’Azienda Sanitaria e alle relative trattenute obbligatorie. Una condotta che, sempre secondo le indagini, gli avrebbe consentito anche di continuare a percepire le indennità legate al regime di esclusività, il vincolo che impedisce ai medici del Servizio Sanitario Nazionale di svolgere attività privata al di fuori delle strutture autorizzate.
Il profitto ritenuto illecito ammonta a 65.006,57 euro, somma oggi sottoposta a sequestro.
La vicenda riaccende i riflettori sul tema delle visite specialistiche e sulle criticità legate alla libera professione intramoenia, un ambito da tempo monitorato dai NAS per contrastare il fenomeno delle cosiddette “visite in nero”.
