Sora – La Basilica di San Domenico Abate non è riuscita a contenere le tante persone che si sono ritrovate nel primo pomeriggio per i funerali di Donato Rampano. I familiari, i parenti e gli amici di una vita erano tutti lì, tra le navate di quella chiesa colma di dolore per salutare il giovane.
Donato si è spento in una fredda mattina di fine novembre. Martedì scorso la notizia della sua morte aveva sconvolto l’intera comunità di Sora. In un letto dell’ospedale Spaziani di Frosinone, dove era stato ricoverato a seguito di un delicato intervento chirurgico, il suo cuore ha smesso di battere. A soli 33 anni. La madre e il padre, Arturo, noto e stimato barbiere della città, erano lì, insieme alla compagna e agli amici. Hanno sperato fino all’ultimo. Donato ha lottato tra la vita e la morte per giorni, poi il drammatico epilogo. Le parole che nessun genitore dovrebbe mai sentir pronunciare, soprattutto se tuo figlio avrebbe ancora avuto tutta la vita davanti a sè.
Oggi i volti rigati dalle lacrime, in un dolore composto, hanno accompagnato Donato Rampano nel suo ultimo viaggio. Difficile, ingiusto e inaccettabile salutare per sempre un giovane strappato alla vita nel fiore dei suoi anni. Ancora più difficile accettare che il suo sorriso contagioso sia stato spento per sempre.
Ma davanti a questo senso di precarietà della vita, c’è una certezza. L’hanno messa nero su bianco gli amici di sempre. Quelli di ‘Salleccone”. Quei ragazzi che con lui sono cresciuti sotto la statua di piazza Cesare Baronio e che lo hanno omaggiato con uno striscione apparso proprio su uno dei balconi che sovrastano la piazzetta. “Ciao Dona’…Non sarai dimenticato”.
