Per dieci lunghi anni la sua famiglia lo aveva creduto morto. Nessuna notizia, nessuna traccia, nessun ritorno. Hicham, giornalista marocchino di 42 anni, era partito dal suo Paese con il sogno, forse l’illusione, di una nuova vita in Europa. Poi, il silenzio.
In realtà, Hicham era vivo. Ma viveva ai margini, in condizioni di estremo disagio, nella zona del Cassinate. Confuso, spaesato, invisibile. In molti lo avevano visto camminare per le strade di Cassino, sporco, silenzioso, con lo sguardo perso nel vuoto. Nessuno sapeva chi fosse, né da dove venisse. Fino a quando qualcuno non ha deciso di guardarlo davvero.
Questa mattina, presso la Procura della Repubblica di Cassino, si è scritta una pagina diversa della sua storia. Il Procuratore Capo Carlo Fucci e il Vice Procuratore Onorario Vincenzo Parlavecchio hanno accolto in visita la Console Generale del Regno del Marocco, Soad Souleimani, giunta appositamente per incontrare Hicham.
La Console ha voluto ringraziare personalmente le autorità italiane per il lavoro svolto: è stata infatti la Procura a intervenire con delicatezza e fermezza, affidando Hicham alle cure del reparto di Psichiatria dell’ospedale “Santa Scolastica” di Cassino. Qui, finalmente, ha ricevuto ciò di cui aveva bisogno da anni: attenzione, cure, dignità.

«Lo avevamo perso, ora lo abbiamo ritrovato», ha detto con voce commossa la Console, rivolgendosi al Sindaco di Villa Santa Lucia, Orazio Capraro, che oggi è l’amministratore di sostegno di Hicham. Un grande lavoro portato avanti anche con i Servizi Sociali del Comune e la Polizia Locale.
Una storia che parla di fragilità, ma anche di umanità. E che ci ricorda che a volte basta uno sguardo in più, un gesto in più, per restituire una vita a chi l’ha perduta.