Eroi o carnefici, banditi o briganti sociali? Quello del Brigantaggio, insieme alle vicende della seconda guerra mondiale, è un argomento che, in Ciociaria, ancora appassiona, divide, stimola discussioni e dibattiti. L’Istituto di storia e di arte del Lazio meridionale di Anagni torna a parlare di questo tema con un progetto quadriennale. Il primo appuntamento riguarda la presentazione del libro “Il brigante e il generale” (Editori Laterza 2022) di Carmine Pinto, professore ordinario di Storia Contemporanea nell’Università di Salerno, proposta dal CAI di Frosinone che collabora con l’Isalm.
L’appuntamento è per oggi, giovedì 27 aprile, alle ore 18.30, presso la sede CAI Frosinone. L’autore, scrittore ed appassionato divulgatore, sarà presente all’evento. A fine serata è previsto infine un momento conviviale con i partecipanti.

Il tema del libro
Subito dopo l’Unità l’Italia si trovò a combattere una vera e propria guerra civile, quella per il Mezzogiorno. Una guerra che ebbe tra i protagonisti un brigante e un generale, Carmine Crocco e Emilio Pallavicini di Priola. Uno spavaldo erede del mondo feudale contro un baldanzoso aristocratico di spada, l’ultimo esercito dell’antico regime contro il primo esercito nazionale. Una storia che ancora oggi suscita emozioni e divide.
Sulle rive dell’Ofanto, nel Mezzogiorno italiano, un secolo e mezzo fa si svolse una grande sfida. Da una parte c’era il brigante, Carmine Crocco. Pastore, militare, bandito di professione, divenne il capobanda più famoso nelle campagne meridionali dopo il 1860. Alla guida del brigantaggio filoborbonico, sperimentò forme di guerriglia che avranno fortuna nel XX secolo, anticipandone gli aspetti politici e una organizzazione criminale su larga scala. Dall’altra parte, il generale, Emilio Pallavicini di Priola, aristocratico sabaudo, militare esperto in operazioni speciali e al comando di reparti schierati nella campagna contro il brigantaggio. L’ufficiale era parte dell’antica aristocrazia di spada e interpretò la conclusione di un processo secolare, in cui i ruoli militari passavano definitivamente ai professionisti della guerra. Nel primo decennio dell’Italia unita furono questi due uomini, lontanissimi per origine e formazione, i protagonisti più conosciuti della guerra per il Mezzogiorno. Carmine Pinto racconta le loro ‘vite parallele’ e, attraverso queste, gli episodi, i luoghi, le battaglie e le leggende, la guerra tra il primo esercito nazionale e l’ultimo dell’antico regime, fino allo scontro finale e al sorprendente epilogo delle loro esistenze.