Home Cronaca La repressione contro i baby criminali parte dal ‘modello Cassino’

La repressione contro i baby criminali parte dal ‘modello Cassino’

La Procura di piazza Labriola da anni attua iniziative che coinvolgono le forze dell'ordine nella lotta ai reati compiuti da giovanissimi

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Bande di giovani che hanno cercato, con la violenza e azioni di gravità assoluta, d’imporre il loro predominio in realtà tranquille quali sono quelle di Cassino, Sora e Formia nel sud Pontino. La risposta a tentati omicidi, omicidi, rapine e pestaggi brutali, è sempre arrivata puntuale con la repressione da parte della Procura di Cassino.

L’escalation di violenza nella città martire, negli anni passati, non si è più ripetuta dopo che i magistrati con Carabinieri e Polizia hanno dato un segnale forte e chiaro: chi sbaglia paga, anche se alla prima esperienza criminale. Arresti sfociati in condanne pesantissime che hanno cambiato per sempre l’esistenza di chi si stava approcciando alla vita, alla società, al mondo del lavoro.

Un risultato questo che è stato possibile grazie al ‘modello Cassino’ virtuoso e d’esempio adottato dal procuratore capo Luciano d’Emmanuele: magistrato di lunga esperienza, formato nella scuola napoletana e con una visione pragmatica di ogni fenomeno in evoluzione. Corsi di formazione per la polizia giudiziaria, per le forze dell’ordine, per gli impiegati presso il palazzo di Giustizia. Perché esperienza, in questo caso, deve essere sinonimo di conoscenza. Un magistrato e un investigatore per arrivare a reprimere un fenomeno, lì dove non si è potuto prevenire, deve avere soprattutto cognizione dello stesso.

Nel corso di questi anni più volte tutti i tutori dell’ordine appartenenti al territorio di giurisdizione della Procura di Cassino (che spazia dal pontino all’alto casertano, passando per il cassinate ed il sorano) sono stati invitati a partecipare a corsi di formazione, che hanno riguardo le truffe agli anziani, il cyberbullismo, la violenza di genere (con l’attuazione del codice rosso). Interessante è stato quello riservato ai reati che vedono coinvolte le nuove generazioni anche attraverso l’uso dei social.

Una procura Smart, al passo con i tempi, che nonostante la carenza di personale, sia togato che amministrativo, riesce a rispondere alle richieste di aiuto provenienti anche da piccole realtà. Un altro importante segnale che viene dato è la continua presenza del procuratore capo nei piccoli e grandi centri del comprensorio. Lo Stato c’è. Lo Stato è presente. E tutti devono averne cognizione.

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