Laureati, diplomati e costretti a vivere con il reddito di cittadinanza. È paradossale la vicenda dei 12 lavoratori in forza al tribunale di Cassino che svolgono un lavoro egregio e preciso tra il dibattimento e la Procura. I 12 lavoratori stanno quindi sopperendo alla cronica carenza di personale che oramai da anni attanaglia il palazzo di giustizia. A elogiare il loro operato sono il presidente facente funzione del palazzo di Giustizia, il giudice Massimo Pignata e il procuratore capo Luciano d’Emmanuele. Importante e di spessore, sia umano che lavorativo, l’opportunità data a queste persone, molte delle quali laureate ma purtroppo senza un lavoro.
“L’utilizzo di chi usufruisce del reddito di cittadinanza – spiegano dalla dirigenza del tribunale – è stata per noi una panacea. I lavoratori a rotazione, rispettando le ore settimanali, riescono a fronteggiare quelle carenze che altrimenti non avremmo potuto sopperire“.
I lavoratori r.d.c quindi non solo svolgono un servizio con il pubblico lì dove è necessario ma si occupano anche della sistemazione dell’archivio, della riproduzione di copie e della riorganizzazione dei fascicoli.
“Speriamo che la loro presenza venga prorogata perché altrimenti il palazzo di Giustizia, tra Procura e dibattimento, andrebbe a perdere importanti e preziose unità che a oggi non siamo riuscite a non siamo riusciti a rimpiazzare dopo l’avvenuto pensionamento di molti dipendenti”.