Home Spettacoli e Cultura Recensioni - Un libro a settimana ‘L’isola della paura’, niente è come sembra: l’indimenticabile thriller di Dennis Lehane

‘L’isola della paura’, niente è come sembra: l’indimenticabile thriller di Dennis Lehane

Dal libro è stato tratto il film 'Shutter Island', diretto da Martin Scorsese ed interpretato da Leonardo Di Caprio e Mark Ruffalo

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È il mese di settembre nel 1954: l’agente federale Teddy Daniels viene inviato sull’isola di Shutter, al largo di Boston. In mezzo alla foschia e al grigiore si trova l’Ashecliffe Hospital, una struttura destinata alla detenzione e alla cura dei criminali psicopatici. Teddy ha un compito delicato: deve trovare una detenuta scomparsa, Rachel Salando, condannata per omicidio. Un uragano si abbatte però sull’isola, impedendo qualsiasi collegamento con il resto del mondo. Ma lì niente è davvero ciò che sembra, e gli interrogativi si moltiplicano: come ha fatto la Salando a sparire nel nulla? Chi semina strani indizi in codice? E cosa sta cercando Teddy Daniels? Una detenuta scomparsa, oppure le prove che all’Ashecliffe Hospital si facciano esperimenti sugli esseri umani? O ancora qualcosa di più profondo e torbido, che lo tocca personalmente? Quanto più Teddy si avvicina alla verità, tanto più la morsa si stringe intorno a lui…

In breve è questa la sinossi del romanzo ‘L’isola della paura’ di Dennis Lehane, pubblicato nel 2003. Dal libro è stato tratto, nel 2010, il film ‘Shutter Island’, diretto da Martin Scorsese ed interpretato, tra gli altri, da Leonardo Di Caprio e Mark Ruffalo nel ruolo dei due protagonisti.

Suspence hitchcockiana 

Hitchcock sarebbe stato piuttosto compiaciuto nell’apprendere che la sua lezione non sia andata perduta, che la sua eredità sarebbe stata sfruttata a dovere – una volta tanto -, in maniera lungimirante. Lehane ha il pregio, infatti, di tenere il lettore incollato al suo testo, sempre con il fiato sospeso. Colpi di scena a profusione in un thriller molto originale. Flashback, voci confuse fuori campo. Con la sua narrazione spedita, l’autore riesce ad angosciare più di ‘mister’ Stephen King. Quattro giorni interminabili, in cui gli agenti Teddy Daniels e Chuch Aule devono risolvere un caso davvero strano…intricato e intrigante. Illazioni, investigazioni, pazienti che non sono altro che criminali psicopatici disposti a tutto pur di scappare, sospetti su esperimenti poco legali sui degenti…Insomma, una corsa ad alta tensione.

Un’isola claustrofobica e tanti fantasmi

Al centro della storia di Lehane c’è quest’isola cupa, claustrofobica, che incute timore. Che impiglia nelle sue spire chi la popola, chi vi approda. L’uragano spaventoso che si abbatte su di essa ne potenzia all’infinito la descrizione apocalittica. Ed è nella foschia tetra e terrificante che emergono i fantasmi. Persone scomparse? I prodotti paurosi della guerra? I deliri dell’alcol? O soprattutto gli spettri dell’indicibile? Ombre pesanti dell’inconscio, ombre che vogliono con prepotenza trovare la luce ma non per dissolversi bensì per raccontare un’altra storia, un’altra contorta verità. L’arrovellamento dell’agente Teddy diventa quello del lettore. Il romanzo è un noir infiocchettato di psicologia per niente spicciola. È un thriller in cui gli incubi depredano il cervello umano e i gangli nervosi si lambiccano in cerca di spiegazioni.

Enigmi e verità insopportabili perché…niente è come sembra

“Agente, quanta violenza pensa che possa sopportare un uomo prima di spezzarsi?”
“Non lo so, dottore. Me lo sto chiedendo anch’io, più o meno”.

Il primo assunto tautologico de ‘L’Isola della paura’ è che niente è come sembra. È un tomo che non ammette distrazioni durante la lettura. Enigmatico, complesso, ci immerge in un’oscurità profonda. Si scava nella memoria intorpidita dal dolore, si riflette anche su tematiche delicate, come ad esempio la lobotomia. Fino ad arrivare a quel finale…già, ‘quel’ finale, che da solo vale la pena dell’intera lettura. Un’ammissione, la mia, che però non intende affatto sminuire un dramma così ben calibrato e articolato nella sua interezza, in cui ogni personaggio è funzionale all’intreccio. Una volta spalancate le porte del terrore, si capisce di aver letto uno dei migliori romanzi thriller di sempre. Mille domande a cui solo la dicitura ‘The end’ può dare risposta. Indimenticabile.

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