Home Spettacoli e Cultura Recensioni - Un libro a settimana Mattatoio n.5, “così va la vita” nella fantascientifica crociata di Vonnegut

Mattatoio n.5, “così va la vita” nella fantascientifica crociata di Vonnegut

Il libro è una testimonianza dell'autore sulla sua prigionia in Germania durante la seconda guerra mondiale e sul bombardamento di Dresda

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‘Mattatoio n. 5’ è la storia semiseria di Billy Pilgrim, un americano medio, un uomo qualunque con però l’eccezionale capacità di passare da una dimensione spaziale all’altra. Senza essere in grado di impedire la cosa, può trovarsi ora a Dresda durante la Seconda guerra mondiale, ora nello zoo fantascientifico di Tralfamadore dove è esposto come esemplare della razza umana. Ma Mattatoio n. 5 è anche uno dei più importanti libri contro la guerra che siano mai stati scritti, autentica pietra miliare della letteratura antimilitarista. Kurt Vonnegut trae ispirazione dalla sua personale esperienza bellica quando, fatto prigioniero dai nazisti, ebbe la ventura di assistere alla distruzione di Dresda, la Firenze del Nord, da parte degli Alleati. Fu testimone di uno dei più terribili bombardamenti della storia, sopravvivendo grazie al suo osservatorio…

Mattatoio N° 5 o La Crociata dei Bambini (Slaughterhouse-Five; or, The Children’s Crusade: A Duty-Dance With Death) è un romanzo di Kurt Vonnegut del 1969. Il libro è una testimonianza dell’autore sulla sua prigionia in Germania durante la seconda guerra mondiale e sul bombardamento di Dresda.

Vita e morte tra storia e fantascienza

Nella sua delirante satira antimilitarista, Vonnegut ci pone davanti all’esperienza della morte. Di fronte al devastante bombardamento che smembra Dresda, riecheggia la stessa frase: “Così va la vità”, come ad interporre uno strato di imperturbabilità tra lo sguardo e il racconto dei fatti. La morte è vista con un distacco sub specie aeternitatis. Non starò qui a disquisire sulla trama di per sé, è un volume complicato, ma ciò che lo rende assolutamente unico è il ‘come’ tratta la tematica della guerra. ‘Come’ Billy Pilgrim e quei commilitoni caricaturali calpestino strade deturpate è tragico e geniale. Il viaggio nel tempo fa da collante tra storia e fantascienza in questo libro sì pacifista, contro il conflitto ma che rifugge intenzionalmente da ogni effetto emotivo, di immedesimazione empatica con le vittime della battaglia. Nell’arco del suo peregrinaggio temporale, Pilgrim si muove avanti e indietro lungo l’intero arco della sua esistenza: più volte rivive la sua nascita e la sua morte fino e quando viene rapito dagli extraterrestri che lo iniziano a una suggestiva filosofia secondo cui tutti gli attimi della vita coesistono ineluttabilmente per l’eternità. Ne consegue che passato, presente e futuro “sempre sono stati e sempre continueranno a essere”. Questo atteggiamento influenza necessariamente il concetto di libero arbitrio, che secondo gli abitanti di Tralfamadore non esiste, in quanto tutto è deciso da un rigido determinismo, anche in campo morale. 

Lettura…rovesciata!

La vera chiave di lettura del romanzo non sta certamente nell’assumere ‘per buona’ ogni parola alla lettera, piuttosto è il loro rovesciamento comico che ci aiuta a decodificare le semiserie avventure di Billy Pilgrim. Ed è l’autore stesso a suggerircelo, ad esempio quando, a notte fonda, il protagonista guarda in tv un film di guerra all’incontrario, partendo da scene di distruzione di massa per arrivare come in una sorta di catarsi ad uno scenario idilliaco di pace ed armonia. In sottofondo resta una decisa nota di amarezza perché questo rileggere al contrario tragedie, drammi e massacri non cancella la guerra e la veridicità della storia. Purtroppo, è impossibile e sarebbe quella la vera utopia fantascientifica. E il conflitto si ripercuote irrimediabilmente sulla psiche anche di un personaggio come Billy. Lontanissimo dalla retorica bellica fa emergere la debolezza intrinseca dell’umanità, sia fisica che mentale. La morte non ha nulla di eroico, la guerra non ha alcun fascino.

Cinismo comico

Mattatoio n. 5 è un romanzo che lascia il lettore a bocca aperta e che lo tiene incollato fino alla fine. Un romanzo visionario, surreale e a tratti “assurdo”, come d’altra parte assurda è la guerra. Scritto quasi senza empatia, il geniale lavoro di Vonnegut usa l’arma dell’ironia comica per trasfigurare la drammaticità dell’episodio in cui Dresda venne dilaniata dalle bombe. Il tocco fantascientifico è l’espediente che gli permette di passare da ricordi tragici a ricordi belli, da ricordi terribili a episodi completamente diversi, rendendo il racconto bizzarro, divertente ma mai triste. Il dolore viene nascosto dalla stranezza e dagli sbalzi temporali e dal modo di guardare le cose del protagonista, di lapalissiano taglio picaresco.

Lo stile dell’autore è ricercato ma senza affanno. Vonnegut maschera dietro ad una prosa leggera e spesso scanzonata, una ricerca lessicale molto curata. In tutto il libro vi sono ripetizioni volute che mostrano al lettore che tutto, anche quello che sembrerebbe totalmente separato, è collegato al suo fine, l’ironia sembra pervadere su ogni scena. Il ritmo di lettura è veloce.

Attirava gli esseri umani, che si ammazzavano tra loro intorno alle sue radici e così diventavano un ottimo fertilizzante.
Così va la vita”.

Mattatoio n. 5 è, a mio avviso, un romanzo geniale. Di difficile collocazione ma che va letto nella vita. Sicuramente potrebbe risultare ostico al lettore meno avvezzo, ma a chi mastica di commistione e contaminazione di genere risaluterà un’opera imprenscindibile nella propria libreria.

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