Home Cronaca Maxi-sequestro da 25 milioni: smantellato l’impero economico di un imprenditore “socialmente pericoloso”

Maxi-sequestro da 25 milioni: smantellato l’impero economico di un imprenditore “socialmente pericoloso”

Il provvedimento è stato emesso dalla Sezione Misure di prevenzione, su input del Procuratore Capo della Repubblica di Cassino, Carlo Fucci

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Un vasto patrimonio del valore di oltre 25 milioni di euro è stato sequestrato questa mattina dalla Guardia di Finanza di Roma e Frosinone nei confronti di un imprenditore ritenuto “socialmente pericoloso” sulla base di una lunga serie di precedenti giudiziari e di un comportamento illecito definito “stabile e persistente”. Il provvedimento è stato emesso dalla Sezione Misure di Prevenzione del Tribunale di Roma, su proposta del Procuratore Capo della Repubblica di Cassino, Carlo Fucci.

L’intervento arriva al termine di un’attività investigativa complessa e stratificata, sviluppata nel tempo dal G.I.C.O. del Nucleo di Polizia Economico-Finanziaria di Roma e dal Gruppo di Cassino, con il supporto del Servizio Centrale Investigazione Criminalità Organizzata. Le indagini hanno ricostruito un quadro ritenuto estremamente allarmante dagli inquirenti: l’imprenditore, già coinvolto negli anni in due diverse associazioni per delinquere — smantellate rispettivamente nel 2018 e nel 2022 — avrebbe costruito negli anni una rete di società e attività fittizie finalizzate alla commissione di reati fiscali, truffe aggravate, indebita percezione di contributi pubblici, falsificazione di atti, frodi tramite il trasferimento simulato di valori e operazioni di riciclaggio e autoriciclaggio.

Secondo quanto emerso, tali condotte avrebbero permesso all’uomo di accumulare un ingente patrimonio, totalmente incompatibile con i redditi formalmente dichiarati. Un tenore di vita “sproporzionato”, come lo definiscono gli investigatori, che ha rappresentato uno degli elementi determinanti per la richiesta — e l’accoglimento — della misura di prevenzione patrimoniale.

Il sequestro ha interessato l’intero patrimonio aziendale e le quote societarie di 37 società, di cui cinque con sede all’estero, conti correnti italiani e stranieri, sei autoveicoli, anche di fascia alta, due motoveicoli e un terreno a Piedimonte San Germano. Una rete economica vasta e articolata che, secondo la ricostruzione degli inquirenti, avrebbe permesso al proposto di occultare e reinvestire i proventi illeciti derivanti dalle attività contestate.

Il maxi-sequestro si inserisce nel quadro delle azioni mirate di Procura e Guardia di Finanza per sottrarre alla criminalità economica i patrimoni accumulati illegalmente e impedirne il reimpiego in attività imprenditoriali apparentemente lecite. “Si tratta di un tassello fondamentale nella strategia di aggressione ai patrimoni illeciti”, sottolineano fonti investigative, ricordando come le misure di prevenzione rappresentino un presidio essenziale contro quei soggetti che costruiscono ricchezze e posizioni di potere attraverso condotte delittuose protratte nel tempo.

La persona destinataria del provvedimento, come previsto dalla normativa, potrà presentare le proprie difese nell’ambito della procedura, contestando gli elementi posti alla base della misura ablativa.

Il procedimento, spiegano dalla Procura di Cassino, si fonda su un impianto normativo che mira non solo a colpire il singolo reato, ma a intervenire sull’intero “sistema” costruito da soggetti il cui stile di vita e patrimonio risultano frutto di attività illecite o della loro reiterazione.

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