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Mozione per Gaza, la maggioranza diserta: Pizzutelli attacca. E Iannarilli sancisce la spaccatura con FI

Clamoroso in Consiglio Comunale: sindaco, giunta e consiglieri di maggioranza abbandonano l’aula per non discutere le mozioni sulla pace

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Serata surreale quella di ieri a Frosinone. Durante la seduta del Consiglio Comunale, chiamato a discutere due mozioni sulla pace a Gaza, una presentata dal consigliere Anselmo Pizzutelli e un’altra dal consigliere Domenico Marzi, si è consumato un episodio senza precedenti: la maggioranza ha abbandonato l’aula, lasciando sospesi i lavori e svuotando il cuore della democrazia cittadina.

Tutto è accaduto dopo una sospensione richiesta dalla stessa maggioranza “per confrontarsi internamente”. Ma al rientro in aula, sindaco, assessori, presidente del Consiglio e consiglieri di Lega, Fratelli d’Italia e Lista per Frosinone non si sono più ripresentati. Il segretario comunale, rimasto solo, non ha potuto far altro che constatare l’impossibilità di proseguire. Una scena che ha lasciato attoniti i presenti.

Pizzutelli: “Fuggono dal confronto, parlano di pace ma non sanno praticarla”

Durissima la reazione del consigliere Anselmo Pizzutelli, che ha espresso sconcerto per un gesto tanto grave quanto simbolico:

“Non è mai accaduto che un’intera maggioranza, con sindaco e presidente del Consiglio, abbandonasse l’aula. È stata una fuga vera e propria. Si parla di pace, ma si rifiuta il dialogo. Potevano dire di non essere d’accordo, votare no, o anche astenersi. Invece sono scappati: la scelta peggiore.”

Pizzutelli ha poi sottolineato il contrasto con la giornata di oggi, in cui al Palazzetto dello Sport si è tenuta la Festa della Scuola e della Costituzione, dedicata proprio ai temi della pace e della convivenza.

“I ragazzi oggi parleranno di pace, di dialogo e di Costituzione. Forse dovrebbero imparare, proprio quelli che ieri sedevano nelle prime file, cosa vuol dire davvero pace.”

Un messaggio diretto e tagliente, rivolto a chi, pur proclamandosi custode dei valori civili, ha preferito scappare dal confronto su un tema che più di ogni altro richiede maturità politica e morale.

La spaccatura nella maggioranza: Forza Italia resta in aula, Iannarilli attacca

A complicare il quadro, la spaccatura interna alla maggioranza.
Forza Italia, infatti, ha scelto di restare in aula, garantendo il numero legale e permettendo di mantenere un atteggiamento istituzionale coerente.
Una decisione che ha fatto infuriare Iannarilli e gli altri alleati di governo (Lega, Fratelli d’Italia e Lista per Frosinone), che hanno accusato gli azzurri di “aver fatto da stampella alla sinistra”.

“Forza Italia ha commesso l’ennesimo errore politico – si legge in una nota – garantendo il numero legale per mozioni ideologiche e fuori tempo massimo. Noi abbiamo scelto la coerenza di non partecipare a una farsa.”

Una giustificazione che però per Pizzutelli non regge alla prova dei fatti: “non si può rivendicare la democrazia sottraendosi al suo esercizio, né parlare di responsabilità politica fuggendo dal dibattito pubblico”.

Un’amministrazione allo sbando comunicativo

Per Pizzutelli, il gesto della fuga è solo l’ennesima dimostrazione di una maggioranza in crisi di metodo e di contenuti:

“Il sindaco procede a colpi di reel, in una campagna elettorale perenne. Intanto la città resta ferma: lavori che si disfano, alberi abbattuti, viabilità allo sbando. Parlano di sostenibilità, ma la realtà è fatta di propaganda e disinteresse.”

Una politica che comunica ma non ascolta, che racconta ma non agisce. E che, davanti alla prima occasione di confronto vero, sceglie il silenzio dell’assenza invece della forza della parola.

Il potere che teme la parola

Sul piano politico e sociologico, quanto accaduto ieri è più di un incidente di percorso: è la fotografia di un potere che teme la parola. Abbandonare l’aula non è solo una mossa tattica, significa rinunciare al confronto, scegliere l’isolamento e abdicare alla funzione stessa della rappresentanza.

La democrazia, invece, vive del conflitto civile, del confronto tra differenze, della responsabilità di dire “no” guardando in faccia chi propone un “sì”.
Senza questo, resta solo una scena vuota, un’aula spenta, e il silenzio di chi dovrebbe parlare per la città.

La pace come metodo politico

Nel suo appello finale, Pizzutelli ha ricordato le parole del cardinale Parolin:

“Non basta dire che è inaccettabile quanto avviene e poi continuare a permettere che avvenga.”

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