“È urgente una discussione vera e non un confronto messo su tanto per far finta, visto che magari si è tutto deciso prima a tavolino”: Domenico Alfieri, sindaco di Paliano ed ex segretario di federazione, guarda al congresso provinciale dem come ad una possibilità di svolta nel rapporto tra partito e territorio. Dopo l’intervista ad Ambrosiano – LEGGI QUI – e le decisioni di Leodori – LEGGI QUI – sul tesseramento, di cui ci siamo occupati nei giorni scorsi, proseguiamo nella serie di servizi sul Pd ciociaro che si trova a dover registrare – in termini di rinnovo della classe dirigente – i mutati assetti delle varie aree interne. Alfieri sta con i franceschiniani: “Diciamo – spiega – che qui sto da sempre. Il mio rapporto personale con Daniele Leodori risale a molti anni fa e, quindi, non è che io sia entrato nell’area perché è arrivato Francesco De Angelis. Io c’ero e ci sono rimasto”.
“Il partito spesso è rimasto in silenzio ma doveva prendere posizione”
- – Aspira ad un bis alla segreteria?
“Sgombriamo il campo: proprio no. Ma questo non significa che non voglia dare il mio contributo di idee. Infatti penso che uno dei problemi del nostro partito sia stato che, molto spesso, non prende posizioni rispetto a problematiche del territorio ed anche a risultati elettorali amministrativi delle varie città e dei paesi della Ciociaria. Un partito vero, invece, deve sposare delle linee strategiche ben definite e saper dire la sua anche nei contesti più difficoltosi”.
- – A cosa pensa in particolare?
“La provincia di Frosinone deve affrontare problemi importanti, dalla sanità all’ambiente, fino alla crisi economica dei cittadini. Gli stessi amministratori locali si sentono lasciati soli di fronte alle scelte più importanti. Non voglio dare le colpe a qualcuno in particolare ma penso che nel congresso provinciale di queste cose si debba parlare eccome e si debba individuare una strada condivisa per affrontare le questioni e risolverle”.
“Serve lo sforzo di tutti per non ridursi a parlare di chi sarà il segretario”
- – È favorevole ad un confronto per mozioni, per tesi o come lo immagina?
“Ad oggi le modalità congressuali non sono state definite. Quindi tutte le soluzioni sono possibili ma auspico che ci si concentri sui problemi concreti più che sulle dinamiche interne. Per questo auspico un congresso unitario perché poi le divisoni si ripercuotono inevitabilmente sul territorio provinciale. E questo oltre ad essere nocivo, vista la situazione di difficoltà generale, sarebbe una sconfitta per la classe dirigente del Pd”.
- – Ce la farà il Pd a rimettere in sesto la cinghia di trasmissione con la sua base?
“Penso che questo sia l’obiettivo e il motivo per il quale va organizzato un confronto congressuale tutto incentrato sui contenuti. Bisogna partire dai Comuni e dalle varie aree della Ciociaria con le necessità specifiche dei luoghi e dal ruolo e dalla funzione che può e deve esercitare il partito per incidere positivamente sulle questioni più urgenti. Insomma serve lo sforzo di tutti per non ridursi a parlare solo di persone e di chi farà il segretario di federazione”.