Il processo d’appello bis per l’omicidio di Serena Mollicone si apre con una novità significativa: la Corte d’Assise d’Appello di Roma ha accolto la richiesta di ammettere tra i testimoni Gabriele Tersigni, il carabiniere che raccolse le confidenze del collega Santino Tuzi, morto suicida nel 2008. Lo ha deciso il collegio nell’udienza del 19 novembre, segnando un possibile cambio di passo nel procedimento.
Tersigni è considerato un teste chiave perché fu lui ad ascoltare da Tuzi il racconto secondo cui la giovane sarebbe stata vista entrare nella caserma dei carabinieri di Arce il 1° giugno 2001, giorno della scomparsa. La versione di Tuzi, mai confermata ufficialmente in aula a causa della sua morte, è rimasta negli anni uno dei punti più discussi e divisivi dell’intera indagine. La testimonianza di Tersigni potrebbe fornire alla Corte un elemento ulteriore per valutare la credibilità di quel racconto.
Il nuovo processo è stato disposto dopo la sentenza con cui la Cassazione ha annullato le assoluzioni dell’ex comandante della stazione dei carabinieri di Arce, Franco Mottola, della moglie Anna Maria e del figlio Marco. L’annullamento non implica colpevolezze accertate, ma obbliga i giudici romani a riesaminare in modo più approfondito la ricostruzione dei fatti e il valore delle prove.
Accolta la maggior parte dei testimoni proposti dal procuratore generale, i giudici non si sono invece pronunciati sulla richiesta di una nuova perizia sul foro individuato in una porta della caserma, elemento ritenuto da alcune ricostruzioni compatibile con la lesione cranica riportata da Serena. La Corte ha rimandato ogni valutazione tecnica, scegliendo di procedere prima con l’ascolto delle testimonianze.
La prossima tappa è fissata al 17 dicembre, data in cui sfileranno davanti alla Corte i testimoni ammessi, compreso Tersigni. Sarà un’udienza cruciale per comprendere se il processo potrà davvero portare nuovi elementi nel caso che da oltre vent’anni cerca una verità giudiziaria definitiva.
Il caso Mollicone, rimasto a lungo sospeso tra ipotesi investigative e versioni contrastanti, torna così al centro dell’attenzione pubblica con un nuovo snodo potenzialmente rilevante per la ricostruzione delle ultime ore di vita della studentessa di Arce.
