Il radiofonista nell’esercito italiano gestisce la comunicazione radio: il ruolo è decisivo per coordinare le operazioni, inclusa la conduzione e il controllo dei droni. I velivoli a guida da remoto – assurti a grande “popolarità” per l’uso massiccio che ne viene fatto dal febbraio 2022 nella guerra in Ucraina, sia dai militari di Kiev che dai russi – hanno necessità di sistemi radio sicuri per ricevere comandi, inviare dati e mantenere la comunicazione anche in ambienti con interferenze elettroniche. Questo il contesto operativo che descrive l’importanza del ruolo del radiofonista per l’impiego efficace e dell’uso di questo tipo di arma. La premessa è necessaria per comprendere il perché la Procura militare di Roma sia stata chiamata ad intervenire su un caso particolarmente eclatante che si sarebbe verificato al 3° Reggimento “Bondone” di Cassino. Qui un graduato affetto da ipoacusia e acufene, conseguenti a un attentato durante una missione internazionale – patologie riconosciute come causa di servizio -, è stato destinato contro la sua volontà a mansioni di radiofonista, evidentemente incompatibili con le sue condizioni di salute.
Denuncia alla Procura militare di Roma documentata da registrazione involontaria
La vicenda è stata documentata da una registrazione telefonica involontaria che in pratica proverebbe come il Comando abbia ignorato le istanze del militare che chiedeva che fossero quanto meno consultate le superiori autorità militari, il Dipe (Il Dipartimento Impiego Personale dell’Esercito) dello Stato Maggiore, per ottenere una destinazione compatibile con le sue limitazioni uditive. Nella registrazione emergerebbe l’esplicita ammissione che l’Amministrazione non considererebbe rilevanti le condizioni di salute pur certificate. Le dichiarazioni captate dalla registrazione involontaria configurerebbero – secondo la denuncia – una sistematica violazione dei doveri di tutela del personale con patologie riconosciute da causa di servizio, integrando il reato di vilipendio delle Forze Armate ex articolo 290 del codice penale.
Il graduato voleva essere destinato ad una mansione compatibile col danno fisico subito
Nell’atto depositato alla Procura militare si parla anche di “espressioni di disprezzo verso l’istituzione militare”, pronunciate da chi è preposto alla sua tutela, che produrrebbero un maggiore impatto inducendo a mettere in dubbio la lealtà e la fedeltà dell’ufficiale in questione. La destinazione di personale affetto da ipoacusia in mansioni operative che comportano potenziale stress uditivo costituisce – secondo il legale del denunciante – “eccesso di potere per incongruità, illogicità e irragionevolezza, particolarmente grave quando le patologie derivano da ferite riportate in servizio durante operazioni militari all’estero”.
I temi: tutela del personale diversamente abile e nuovi strumenti tecnologici
L’inchiesta della Procura Militare dovrà accertare se le condotte documentate configurino non solo i reati militari ipotizzati, ma anche una sistematica violazione dei principi di tutela del personale diversamente abile che minerebbe alla base la credibilità dell’istituzione militare. La vicenda assume particolare rilevanza anche sotto il profilo della tutela dei diritti del personale militare più in generale, evidenziando come strumenti tecnologici apparentemente casuali (nella fattispecie una registrazione telefonica involontaria) possano diventare mezzi di denuncia di irregolarità altrimenti difficili da documentare. Il procedimento presso la Procura Militare di Roma rappresenterà, insomma, un test importante per verificare l’effettiva capacità del sistema giudiziario militare di fare chiarezza su episodi che finiscono anche e non da ultimo con l’indebolire la credibilità e l’integrità delle istituzioni militari.