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Stazione Tav, FdI Cassino insorge: Pec a Rfi e accesso agli atti. “Grave la sistematica esclusione del polo di Cassino”

Fratelli d'Italia del Cassinate si schiera apertamente contro la localizzazione dello scalo dell'alta velocità nell'area Ferentino-Supino

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L’unico atto ufficiale in senso critico nei confronti dell’individuazione a Ferentino della stazione in linea Tav – messa al centro del recente convegno della Cisl Lazio e sostenuta apertamente dal presidente della Regione Francesco Rocca, dal ministro agli Esteri Antonio Tajani oltre che dal neo sottosegretario alla presidenza del Consiglio Luigi Sbarra, senza contare l’intervento già operativo del deputato leghista Nicola Ottaviani che, col ministro Salvini, rappresenta il vero punto politico decisivo della operazione – non viene da enti del Cassinate, manco dalla consulta dei sindaci e meno che mai dal centrosinistra (che peraltro aveva con Nicola Zingaretti annunciato per primo la localizzazione dell’infrastruttura nel nord della provincia). E’ arrivata invece da Fratelli d’Italia Cassino e dal suo presidente, l’avvocato Alberto Bòrrea, che ha messo nero su bianco e registrato all’ufficialità con pec una “richiesta urgente di chiarimenti e accesso agli atti in merito all’esclusione del nodo ferroviario di Cassino dagli studi di localizzazione della stazione TAV nel Lazio meridionale”. Il documento è stato indirizzato a Rete Ferroviaria Italiana S.p.A. Direzione Investimenti e Programmazione Infrastrutture. Ma è arrivato per conoscenza alla presidenza della Regione Lazio, all’assessorato Regionale Infrastrutture, al Ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti.

L’iniziativa del presidente del coordinamento cittadino, Alberto Bòrrea

Bòrrea parla senza mezzi termini di “sistematica esclusione del nodo ferroviario di Cassino da ogni valutazione pubblicamente nota. In occasione del convegno promosso da CISL Lazio presso Ferentino in data 30 giugno 2025, alla presenza di rappresentanti del Governo, della Regione Lazio e dei vertici regionali del sindacato, è stato presentato e pubblicamente illustrato uno studio preliminare di RFI che individua come sito preferenziale per lo scalo AV in Ciociaria l’area di Ferentino/Supino. Nel corso dell’evento, sono stati esposti dati, ipotesi di tracciato e impatti socio-economici riferiti esclusivamente all’opzione Ferentino, ignorando totalmente la possibilità di localizzazione a Cassino, nonostante i presupposti infrastrutturali, logistici e territoriali decisamente favorevoli. È ormai evidente – contrariamente a quanto artatamente diffuso da taluni comunicati stampa, verosimilmente ispirati da finalità meramente propagandistiche – che non risulterebbe in corso alcun concreto tavolo di lavoro progettuale presso RFI volto alla realizzazione di interventi strutturali, finanziati con risorse del PNRR, per l’elevamento della tratta Roma–Cassino agli standard dell’alta velocità ferroviaria”.

“Scelta in contrasto coi criteri di trasparenza, imparzialità e pianificazione”

Il presidente Bòrrea, poi, sottolinea come, “le uniche iniziative in atto sembrerebbero riguardare meri lavori di manutenzione ordinaria o interventi di ammodernamento circoscritti, privi di una visione integrata e trasformativa. Appare dunque improcrastinabile, in un’ottica di trasparenza e leale cooperazione istituzionale, un chiarimento ufficiale sulla reale fattibilità di tale progetto. In difetto, l’ulteriore conferma di una esclusione sistemica e non motivata del nodo di Cassino – già verificatasi nei precedenti momenti di confronto – assumerebbe un profilo allarmante, in aperto contrasto con i principi di imparzialità tecnica, equità territoriale e razionale allocazione delle risorse pubbliche. Tale esclusione sistemica e non motivata del nodo Cassino, già in essere nei precedenti momenti di confronto istituzionale, assume un carattere allarmante, ponendosi in contrasto con ogni criterio di trasparenza, imparzialità e pianificazione razionale degli investimenti pubblici”. Qui il rappresentante di FdI ricorda la centralità di Cassino rispetto ai servizi di collegamento interregionali ed alla presenza dell’Università “Al contrario – aggiunge -, l’area Ferentino/Supino – pur oggetto di attenzione politico-mediatica – non dispone di alcuna infrastruttura ferroviaria attiva, richiederebbe realizzazioni integrali da zero (binari, scalo, urbanizzazione) e comporterebbe un aggravio significativo di tempi e costi pubblici, a fronte di un’accessibilità territoriale inferiore”.

“Rfi attivi una valutazione comparativa dei siti che includa il cassinate”

Conclusione? Secondo il presidente del coordinamento cittadino di FdI, “l’esclusione del nodo Cassino da ogni istruttoria comparativa pubblica si configura come una distorsione metodologica e sostanziale, che lede il principio di imparzialità tecnica e la par condicio territoriale nella pianificazione delle opere pubbliche. In assenza di un’analisi oggettiva e documentata che dimostri la non idoneità della sede cassinate, ogni avanzamento procedurale a favore dell’area nord della provincia rischia di compromettere la legittimità strategica e politica della scelta definitiva, con possibili profili di contestazione pubblica e istituzionale. Alla luce di quanto esposto, si chiede a codesta RFI: a) di indicare formalmente le ragioni dell’esclusione del nodo ferroviario di Cassino dagli studi comparativi noti; b) di concedere l’accesso integrale agli atti, elaborati tecnici e verbali già redatti in fase istruttoria; c) di attivare immediatamente una valutazione comparativa integrativa che includa Cassino tra i siti oggetto di studio, anche ai fini della programmazione nazionale e regionale; d) di astenersi da ogni decisione definitiva, finché non sia completata un’istruttoria tecnica aperta, verificabile e comparabile tra tutte le alternative logistiche”.

Vincitorio: logiche campanilistiche legate alla rappresentanza politica più forte

A proposito della presa di posizione di Fratelli d’Italia del cassinate va segnalato come, a caldo, subito dopo la conclusione del convegno Cisl, il dirigente provinciale meloniano e consigliere comunale di Piedimonte San Germano, Alessandro Vincitorio, aveva dichiarato in un post sui social che “Cassino rappresenta nei fatti la soluzione più razionale e strategica per ospitare una fermata TAV nel Sud del Lazio. Un polo industriale d’eccellenza, con la presenza di Stellantis e centinaia di aziende dell’indotto, lo snodo ferroviario interregionale, già attivo, tra Roma, Napoli, Molise e Campania, il facile accesso all’autostrada A1, alla superstrada Sora-Cassino e alla viabilità verso il sud pontino, la sede universitaria con una comunità accademica e studentesca in espansione, il punto di collegamento naturale con i porti di Gaeta e Formia, aprendo una prospettiva logistica integrata ferro-mare-gomma e il baricentro di un bacino di utenza di oltre un milione di persone, considerando anche le province limitrofe. Proporre Ferentino-Supino come sede della stazione TAV “del Basso Lazio” rischia di snaturare il senso dell’opera stessa, non si può costruire un’infrastruttura pensata per servire un territorio basandosi su logiche campanilistiche o su una rappresentanza politica più forte. Una stazione dell’Alta Velocità deve nascere dove davvero può fare la differenza, per il lavoro, per le imprese, per i cittadini”.

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