Stellantis comunica che la lastratura e la verniciatura riprenderanno le attività produttive il giorno martedì 13 maggio. Il montaggio riprenderà regolarmente il giorno mercoledì 14 maggio. Ma parliamo di riavvio della produzione – sempre a turno unico – nel sito di Piedimonte San Germano – il peggiore d’Italia per livelli produttivi – in un cintesto in cui l’azienda deve ormai ammettere apertamente di navigare a vista. Inoltre, le notizie dei dazi alleggeriti da Trump la stavano spingendo in borsa in territorio positivo ma poi è arrivata la call con gli analisti a commento dei dati su ricavi e consegne del primo trimestre col Cfo di Stellantis, Doug Ostermann. Stellantis “ha deciso di sospendere le guidance del 2025 perché era difficile definire l’impatto effettivo di politiche sui dazi in evoluzione. Le guidance che avevamo fornito a febbraio (con i conti del quarto trimestre e del 2024, ndr) non contemplavano i dazi. Al momento, data un’incertezza elevata in un contesto competitivo, non ci è possibile fare previsioni accurate”, ma “c’è l’impegno a reintrodurre le guidance quando saremo in grado di fornire indicazioni precise e di qualità”, ha detto Ostermann. Come ci mettiamo coi piani industriali? Le indicazioni che erano state date per il 2025 potranno essere rispettate? Ora, tanto per capirci, sospendere la guidance significa bloccare ogni previsione sulle aspettative future della multinazionale parigina sulle sue performance finanziarie, operative o strategiche. Del resto Stellantis registra una discesa dei ricavi del 14% a 35,8 miliardi con una diminuzione delle consegne del 9% e non viene fornito il dato sugli utili. Un bel problema anche per il Governo che ha più volte parlato di svolta avvenuta a favore dell’Italia nell’ambito delle strategie della multinazionale francese.
Sospesa la guidance 2025. Per Pariani l’azienda non vuol rilanciare il settore
Invece Carlo Pariani, parlando nei giorni scorsi al convegno dell’organizzazione sindacale di base FlmUniti Cub a Cassino, ha affermato che “il disastro viene da lontano e non è dovuto all’auto elettrica ma al disimpegno che va avanti da alcuni decenni. Occorre investire in una politica industriale che favorisca l’innovazione, la sostenibilità e il lavoro. Analizzando bene la recente audizione di Elkann in Parlamento – ha evidenziato tra l’altro Pariani – ne esce che il 40% degli investimenti fatti dal 1990 in poi sono stati pagati dallo stato. Dal 2021 al 2024 sono state pagate dallo stato 984 milioni di ore di Cig, nello stesso periodo l’occupazione è diminuita di 10.000 unità e sono stati pagati 16,4 Miliardi di dividendi. Peggio di così non si può. Ancor più grave l’assenza di idee emerse nel campo di coloro che avevano sollecitato l’audizione; non sono stati capaci di contrapporre serie obiezioni a questo sfacelo. Questa situazione evidenzia la totale assenza di una visione politica capace di affrontare la transizione industriale. Mentre altri paesi europei investono in tecnologie verdi e nel sostegno alle filiere produttive, l’Italia si limita a inseguire le promesse di un’azienda che non ha mostrato alcuna reale intenzione di rilanciare il settore”.
Piedimonte. Il sindaco parla di farmaceutico e difesa. Riccardi: sia preciso
Quali prospettive allora, specie sul territorio del Cassinate e del Lazio meridionale? Nessuna a quanto pare legata a Stellantis ed a pianificazioni industriali in grado di rilanciare produzioni e occupazione e superare il turno unico con l’esubero strutturale di 700 dei 2500 dipendenti rimasti. Il sindaco di Piedimonte San Germano, Gioacchino Ferdinandi, ha parlato nei giorni scorsi di interessamento alla riconversione di aree dismesse nel sito automobilistico da parte di multinazionali farmaceutiche e della difesa. Ma non ha voluto fornire dettagli.

Il consigliere di opposizione ed ex sindaco Mario Riccardi, di fronte alla vaghezza delle affermazioni ha già annunciato che solleciterà informazioni più precise, depositando la prossima settimana una interrogazione in Comune.
Il 7 maggio, intanto, è fissata l’udienza al Tar sulla vicenda che rischia di innescare l’avvio della trasformazione da incubo dello storico impianto automobilistico in struttura di trattamento rifiuti: l’ex sindaco Riccardi e tre cittadini pedemontani hanno infatti impugnato l’autorizzazione comunale per la realizzazione della centrale di biometano all’interno del sito Stellantis. Una vicenda che fa riflettere non poco su cosa ci sia oltre l’automotive, nel caso in cui i francesi riusciranno a completare con “successo” l’opera di demolizione dell’auto italiana iniziata nel 2021, magari a partire da Cassino.