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Suicidi, altre quattro vite spezzate da inizio estate: qualcosa si muove. Il progetto del Distretto B Frosinone

Presentato in Regione un "Protocollo d’Intesa per la prevenzione del suicidio e dei gesti autolesivi". Un punto di partenza

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Suicidi. Un’emergenza ignorata per troppo tempo. La nostra Redazione segue da tempo la situazione in provincia, con l’obiettivo di dar voce a chi non ne ha. Più volte abbiamo sollecitato istituzioni, politica e autorità preposte affinché si iniziasse a mettere in campo ogni sforzo possibile per contrastare la lunga scia di morte.

Nel 2024 la Ciociaria ha registrato numeri mai visti prima. I dati a nostra disposizione parlano di 30 suicidi, con un picco tra i giovanissimi di età compresa tra i 16 ed i 30 anni. Oltre 50 i tentativi di suicidio. Un dato che potrebbe addirittura essere sottostimato.

In questo 2025 i numeri sono in calo, parliamo di oltre dieci suicidi da inizio anno – l’ultimo giovedì pomeriggio, quattro da giugno a settembre – e oltre 20 tentati. Oltre 10 non è un numero qualunque. Erano vite. Vite spezzate e famiglie distrutte per sempre. Perchè il dolore di chi resta a combattere contro un lutto di questo tipo è un’altra piaga sulla quale ancora non si è in grado di intervenire. La vittima più giovane, a gennaio, aveva 33 anni. A marzo è toccato ad un ragazzo di 36 anni. Figli, fratelli, sorelle, padri, madri, nonni. Tutti uniti da un male di vivere che li ha portati a scegliere la morte come unica soluzione ad un dolore che nessuno è riuscito a lenire.

Editoriali, denunce, appelli: tanto è stato scritto e raccontato su queste colonne per rompere quel muro di silenzio che per mesi ha avvolto la tragedia. Più volte abbiamo “gridato” che “siamo tutti colpevoli”. – LEGGI QUI – Lo è la società che continua ad esser sorda, a voltarsi dall’altra parte. Ma lo sono in primis le istituzioni che in un anno drammatico, come il 2024, hanno scelto la strada del silenzio.

Qualcosa si muove

Oggi, finalmente, qualcosa si muove anche sul piano istituzionale: in Regione è stato presentato il primo progetto concreto per affrontare la crisi, con l’obiettivo di dare risposte a un territorio che da tempo le reclama. Non è un traguardo. Ma può considerarsi un punto di partenza. L’annuncio arriva dagli esponenti politici regionali. Quegli stessi rappresentanti dei cittadini che per mesi hanno preferito lasciar cadere nel vuoto i numerosi appelli, anche quando venivano chiamati in causa. Ma si sa, la politica ha i suoi tempi.

Un protocollo d’intesa per la prevenzione

Ieri mattina, l’Assessore ai Servizi Sociali del Comune di Frosinone, Alessia Turriziani, è stata ricevuta in Consiglio regionale dalla Presidente della Commissione regionale Sanità e Politiche Sociali, Alessia Savo e dal presidente d’Aula, Antonello Aurigemma. Obiettivo dell’incontro, la presentazione del ‘Protocollo d’Intesa per la prevenzione del suicidio e dei gesti autolesivi’. Un’iniziativa nata proprio su impulso dell’Assessore Turriziani, già Presidente del Distretto B.

Il protocollo, già sottoscritto da 23 Comuni del Distretto B, rappresenta un modello operativo innovativo, frutto della collaborazione tra enti locali, Prefettura di Frosinone, ASL, Provincia, Diocesi e realtà associative del territorio. L’obiettivo è costruire una rete integrata e multidisciplinare capace di affrontare il disagio giovanile in modo tempestivo ed efficace.

“Il disagio giovanile – ha commentato la presidente Savo – è una ferita silenziosa che attraversa le nostre comunità. Il protocollo rappresenta un modello virtuoso che merita di essere esteso a livello regionale”.

Il Distretto B pioniere

Il Distretto Sociale B si è distinto come pioniere nella stesura e attivazione del protocollo, dimostrando che la collaborazione tra enti può generare strumenti concreti di prevenzione.

Su spinta dell’Assessore Turriziani, dopo oltre un anno e mezzo di lavoro, ricerca e ascolto, l’emergenza suicidi della provincia di Frosinone ha forse finalmente smesso di essere ignorata. Abbiamo contattato Alessia Turriziani appena qualche settimana fa, in una torrida giornata di inizio agosto quando un minore aveva rivelato di voler compiere un gesto estremo. Si è attivata in ogni modo – anche oltre le sue competenze – per fare il possibile. È quello che la vera politica dovrebbe fare. Sempre.

E proprio da quella profonda empatia, da quella sensibilità, da quell’attenzione, è nato questo protocollo: “Quando i casi sono iniziati ad aumentare in maniera evidente, oltre un anno e mezzo fa, mi sono recata nei miei uffici dell’assessorato di Frosinone ed ho pensato, insieme ai colleghi, a cosa fare. A settembre dello scorso anno abbiamo organizzato un tavolo di coordinamento per condividere la bozza di protocollo. Dopo una mappatura di cosa già esistesse sul territorio e di cosa mancasse. Era necessario fare rete, lo abbiamo fatto. La base da cui partire è quella della formazione, affinché in ogni scuola, in ogni ente, tra le forze dell’ordine, in ogni realtà pubblica e privata ci sia un referente formato e pronto ad intercettare disagi e richieste di aiuto celate”.

L’Assessore Turriziani ha poi voluto ringraziare la Regione Lazio e, in particolare “La Presidente Savo e il Presidente Aurigemma per l’attenzione e la disponibilità dimostrati. Per lo spirito di collaborazione e per essere stati subito pronti ad accogliere le nostre istanze”. – Ha concluso.

Siamo solo all’inizio di un percorso che sarebbe dovuto partire anni fa, in particolar modo dopo la pandemia. Il Distretto B ha fatto qualcosa di straordinario: ha iniziato a muoversi. In mezzo al totale immobilismo. Oggi, in questa provincia, abbiamo giovani e giovanissimi che arrivano a pensare che il suicidio sia l’unica via d’uscita da un tunnel senza luce. Non va meglio tra adulti e anziani. E allora l’approccio alla salute mentale va cambiato, anche dal punto di vista socio-culturale oltre che sanitario.

La politica ha i suoi tempi, lo abbiamo detto. Ma non è mai troppo tardi per rimediare. Quegli oltre 40 morti in due anni forse hanno cominciato a pesare su qualche coscienza.

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