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Tentato omicidio, la versione di due degli arrestati: “Ci siamo difesi. Noi volevamo chiarire”

Cassino - Fuori dal tribunale cori da stadio e striscioni da parte degli amici dei cinque giovani arrestati

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Cori da stadio, striscioni e sostegno incondizionato verso i cinque giovani ritenuti gli autori del pestaggio che avrebbe dovuto uccidere Samuele Caldarelli. Ieri mattina all’esterno del palazzo di Giustizia una decina di giovani ha voluto accompagnare così l’inizio di un percorso estremamente difficile per i loro amici.

I primi a rispondere alle domande del Gip sono stati i fratelli Cioffi che hanno parlato di legittima difesa. Avevano incontrato la vittima per un chiarimento ma poi la situazione sarebbe degenerata e loro hanno agito d’istinto e per loro tutela. Una versione questa che non collima però con le indagini portate avanti dalla Polizia di Stato e che hanno fatto emergere tutt’altra verità. Oggi in tribunale saranno interrogati altri due dei cinque arrestati.

La vicenda, lo ricordiamo, vede come vittima il 26enne di Piedimonte San Germano aggredito a colpi di mazza e crick e che solo per un caso è sopravvissuto al pestaggio. A organizzare la spedizione punitiva composta da cinque uomini, secondo l’accusa, sarebbe stata l’ex compagna del rapper anche lei arrestata con l’accusa di tentato omicidio.

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