Dopo circa tre anni trascorsi per ottenere le autorizzazioni ambientali, lo stabilimento Power4Future nell’ex polo della logistica (che era nato a servizio del grande stabilimento automobilistico) ed ex sede Cosilam a Piedimonte San Germano, è giunto al suo grande giorno: l’inaugurazione. Domani, martedì 16 luglio con inizio alle 11 è fissata la cerimonia che prevede il taglio del nastro da parte del ministro delle imprese e del made in Italy, Adolfo Urso e dell’amministratore delegato e direttore generale di Fincantieri Giarroberto Folgiero. Il programma contempla anche gli interventi dell’amministratore delegato di Power4Future, Fabio Patti, dell’ad di Fincantieri Si, Piero Grillo, e del presidente di Faist Limited, Gianfranco Natali. La presenza di manager e imprenditori di assoluto rilievo nazionale e internazionale sottolinea l’importanza che si vuol dare ad un evento reso ancor più significativo dalla deindustrializzazione in atto nel Cassinate e nel distretto automotive del Lazio meridionale, innescata dal passaggio ai francesi di Stellantis con il sito ex Fiat-Fca. Così dai dodicimila dipendenti degli anni d’oro con altri 36mila circa lavoratori nell’indotto, dopo che il Piano Italia di Sergio Marchionne è stato archiviato per consunzione e mancata volontà della famiglia Elkann-Agnelli di proseguire sulle orme del salvatore della Fiat (monetizzando e disimpegnandosi dal Paese e quindi anche dal nostro territorio), il bacino occupazionale è oggi sprofondato ai circa 2500 dipendenti diretti attuali del sito auto, con un indotto ridotto a meno i 7mila addetti.
Il 16 luglio inaugurazione da parte del ministro del Made in Italy, Urso
Ecco perché è una gran notizia il taglio del nastro alla linea semi automatica di moduli pacchi batteria agli ioni di litio – per applicazioni marine e stazionarie – che dai prossimi giorni darà occupazione stabile a una sessantina di tecnici e ingegneri ma che, soprattutto, aprirà nuove prospettive occupazionali fondate sulla ricerca e sull’innovazione in un settore in rapida evoluzione, con un mercato dalle dimensioni praticamente planetarie. P4F è la società controllata da Fincantieri SI, leader nell’integrazione di sistemi di propulsione elettrica e di impianti elettromeccanici complessi in applicazioni marine e terrestri, costituita come joint venture tra Fincantieri SI S.p.A. e la società Faist Electronics S.r.l., specializzata nella progettazione e sviluppo di sistemi di accumulo di energia elettrica inclusi dispositivi elettronici di controllo e di potenza in vari ambiti. La mission del sito cassinate è quella di produrre moduli, pacchi batterie e sistemi di energy storage agli ioni di litio, inclusi dispositivi di controllo quali il Battery Management System e completi di sistemi ausiliari. P4F curerà internamente tutte le fasi, dalla progettazione all’assemblaggio, fino alla commercializzazione ed ai servizi di post vendita.

Uno degli ultimi campioni nazionali, Fincantieri, al fianco di Faist e Unicas
Un ruolo decisivo nella nascita dell’importante iniziativa manifatturiera è stato svolto dall’Università di Cassino e in particolare dal team di docenti e ricercatori del professor Giuseppe Tomasso, responsabile scientifico del Laboratorio di Automazione Industriale della Facoltà di Ingegneria. Da qui sono partiti vari spin-off tra i quali la decisiva E-lectra, asse portante del progetto P4F. La nuova area produttiva di oltre 8.000mq ha ricevuto nelle scorse settimane anche una visita tecnica da parte dei vertici di Unicas. L’incontro – ha spiegato in un nota l’Ateneo – ha rappresentato una importante occasione di confronto in tema di ricerca scientifica e relativo trasferimento tecnologico. La società rappresenta infatti un esempio concreto di quanto la collaborazione sinergica sia fondamentale per ‘trasferire’ i ‘prodotti’ della ricerca universitaria svolta all’interno dei laboratori. “Con E-lectra cerchiamo di trasformare la ricerca in innovazione – ha spiegato il professor Tomasso -: la nostra è una realtà in cui convivono mondo accademico e mondo industriale. Da qui la creazione di gruppi misti che consentono non solo di sviluppare progetti ma anche per accrescere i talenti. I laboratori e le strutture sono fondamentali ma E-lectra si basa su un pilastro fondamentale che è costituito dai ragazzi. Eppure senza il Gruppo Faist che ci ha dato la direzione per arrivare a rendere concrete le idee di innovazione, quelle stesse idee sarebbero magari rimaste eccellenti ma non realizzate”.
Competenze concentrate in un unico luogo: le parole di Dell’Isola e Patti
Il rettore Marco Dell’Isola ha evidenziato l’importanza del placement dei laureati Unicas per il territorio. Molti di loro sono già impiegati nelle realtà industriali del territorio, come quella di Power4Future. Non meno importante l’aspetto della ‘sostenibilità’ industriale, in tale direzione è da inquadrare l’impegno Unicas all’interno del MOST-Centro Nazionale per la Mobilità Sostenibile, referente scientifico di ateneo il professor Luigi Ferrigno. «Unicas è parte attiva di un ecosistema innovativo di eccellenza in grado di favorire l’innovazione attraverso l’utilizzo sistemico dei risultati della ricerca da parte dell’intero sistema produttivo», ha ricordato il rettore Dell’Isola. Fabio Patti, ad di P4F (ex Faist), ha in varie occasioni ricordato come la localizzazione dello stabilimento nel Cassinate non sia stato certamente casuale: “E-lectra è elemento fondamentale della nostra società. Se non fosse stato per E-lectra sarebbe stato difficile avere risorse concentrate in un unico luogo. In un settore delicato come la power electronics è, invece, di grande importanza poter contare su una società che raccoglie competenze ed un patrimonio di esperienze consolidate in un’area ben localizzata. Oltretutto costituisce anche una possibilità per il territorio di fare un salto in avanti”. L’aver infine trovato FIncantieri che ha creduto e investito nel progetto industriale Faist – E-lectra è stato il tassello finale e decisivo. Ma il tutto si è concretizzato anche per l’italianità di tutti gli interlocutori e dei decisori. Ma questa è un’altra storia e descrive un pezzo di competenza produttiva nazionale che non è ancora stato venduto a stranieri (che magari hanno interessere a disfare e ricostruire altrove: Stellantis docet), che resiste sulla frontiera della ricerca e dell’innovazione e, soprattutto, trattiene in una periferia come quella del Lazio meridionale giovani ingegneri e tecnici che scoprono il futuro tra i vicoli e le fontane dei propri borghi, adesso e per gli anni a venire.