Home Cronaca Usura ed estorsione: condannato Alfredo Cinelli, rinviati a giudizio i commercialisti Zaccardelli

Usura ed estorsione: condannato Alfredo Cinelli, rinviati a giudizio i commercialisti Zaccardelli

Sette anni e nove mesi di reclusione, oltre a una multa di 5.500 euro, con interdizione dai pubblici uffici e interdizione legale

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Sette anni e nove mesi di reclusione, oltre a una multa di 5.500 euro, con interdizione dai pubblici uffici e interdizione legale per tutta la durata della pena. È la condanna inflitta ad Alfredo Cinelli, pregiudicato di Monte San Giovanni Campano difeso dall’avvocato Francesco Venafro, al termine del procedimento che lo vedeva imputato per estorsione nell’ambito dell’inchiesta coordinata dalla Procura di Cassino. Il Tribunale ha inoltre disposto la condanna al risarcimento dei danni in favore della parte civile, Luigi Scacchi – assistito dall’avvocato Danilo Iafrate – da liquidarsi in separato giudizio, e il pagamento delle spese legali, quantificate in 3.500 euro. Novanta i giorni concessi per il deposito delle motivazioni.

Il curriculum giudiziario di Cinelli racconta di una lunga serie di violazioni: dopo il primo arresto in flagranza da parte della Squadra Mobile di Frosinone, era stato condotto in carcere, poi ai domiciliari presso la sua abitazione in località La Lucca, da cui era evaso, finendo di nuovo in cella. In seguito era stato collocato in una comunità di Palestrina, ma anche in quel caso si era allontanato senza autorizzazione.

Alla luce dell’ennesima fuga, la Procura ha chiesto e ottenuto l’aggravamento della misura cautelare e per Cinelli si sono riaperte le porte del carcere.

Cinelli era coinvolto nell’indagine insieme al commercialista di Isola del Liri Massimo Zaccardelli e al figlio Paolo: per tutti e tre l’accusa è, a vario titolo, di estorsione in concorso, mentre sul solo Massimo Zaccardelli grava anche l’ipotesi di usura. Nel processo si sono costituiti parte civile Luigi Scacchi, come abbiamo detto difeso dal legale Iafrate, e Faliero e Barbara Saccucci, padre e figlia, assistiti dall’avvocato Lucio Marziale. Gli imputati erano difesi dagli avvocati Ottaviani, Coratti, Corsetti e Quadrini. Per Massimo e Paolo Zaccardelli è stato disposto il rinvio a giudizio davanti al Collegio B, con prima udienza fissata al 3 febbraio 2026.

La ricostruzione dei fatti

Le indagini, condotte dalla Squadra Mobile con il supporto del Commissariato di Sora e coordinate dalla Procura di Cassino, hanno preso avvio dalla denuncia di un imprenditore edile impegnato in lavori presso l’abitazione degli Zaccardelli. Dopo aver ricevuto un anticipo per l’opera, l’uomo si sarebbe visto richiedere la restituzione di una somma sette volte superiore. Al suo rifiuto, secondo l’accusa, sarebbe intervenuto Cinelli che, con minacce e intimidazioni, avrebbe ottenuto la consegna di 1.500 euro, versati in tre tranche. Proprio durante l’ultima consegna, il 28 novembre 2024, Cinelli fu arrestato in flagranza di reato. Da quell’episodio scattarono ulteriori accertamenti, compresa una perquisizione nello studio di Zaccardelli, da cui sarebbero emersi altri presunti episodi: in particolare un prestito da 5.000 euro concesso a due imprenditori in difficoltà, ai quali sarebbe stata richiesta la restituzione del doppio della cifra, fino a imporre il pagamento di debiti personali del commercialista presso una rivendita edile della zona.

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