La Valle del Sacco torna a far sentire la propria voce. Dopo la recente ridefinizione dei confini del Sito di Interesse Nazionale (SIN) che include l’area ex fabbrica Carlsberg Poretti, il Collettivo Ceccano2030 ha diffuso una dura nota di protesta, definendo la decisione «un insulto alla salute e alla democrazia».
Secondo gli attivisti, quella che appare come una scelta tecnica nasconde in realtà «l’ennesima manovra per diluire le responsabilità e allentare la pressione su chi dovrebbe provvedere alla bonifica». «Da decenni – si legge nella nota – la comunità paga il prezzo altissimo dell’inquinamento industriale. È lecito chiedersi quanta buona fede ci sia nelle decisioni dei nostri rappresentanti politici».
La denuncia è chiara: la ridefinizione dei confini non rassicura i cittadini, che continuano a convivere con un territorio avvelenato. «Quanti altri morti di cancro dovremo avere? – scrive il Collettivo – Quante famiglie distrutte dal dolore prima di un vero tavolo di trattativa? Il cancro qui non è una statistica, ma un volto, un nome, un dramma quotidiano».
Il gruppo chiede con forza una bonifica totale, senza rinvii e senza sconti, sottolineando che «la salute pubblica non è una merce di scambio, ma un diritto inalienabile». «Non possiamo e non dobbiamo accettare – proseguono – che il profitto continui a prevalere sulla vita. È tempo di dire basta alla logica del compromesso al ribasso e alla narrazione che tenta di minimizzare la gravità della situazione».
La Valle del Sacco, ricordano, non è «una discarica a cielo aperto» ma una terra ricca di storia e cultura, abitata da comunità che meritano un ambiente sano e vivibile. «È una battaglia di giustizia sociale e dignità umana, per il futuro dei nostri figli – conclude la nota – Non smetteremo di chiedere conto: la salute dei cittadini non è negoziabile».