Quattro persone residenti tra Pontervorvo, Cervaro, Cassino e Castelvolturno sono state arrestate dalla Guardia di Finanza del gruppo di Cassino per spaccio di sostanze stupefacenti, furto e ricettazione. Tra questi anche un dipendente dello stabilimento Stellantis di Piedimonte San Germano.
I finanzieri del Comando Provinciale di Frosinone, al termine di articolate indagini di polizia giudiziaria coordinate dalla Procura della Repubblica di Cassino, questa mattina hanno eseguito le ordinanze di custodia cautelare emesse dal GIP del Tribunale di Cassino nei confronti di 4 persone: 1 in carcere, 1 agli arresti domiciliari, 1 obbligo di presentazione alla polizia giudiziaria e 1 divieto di dimora. Il collegio difensivo è composto dagli avvocati Sandro e Vittorio Salera, Giannichedda e Cuomo.
Le indagini delle fiamme gialle di via Verdi, agli ordini dal tenente colonnello Francesco Papale, comandante del gruppo di Cassino e coordinate dal magistrato Francesca Fresh, hanno consentito di individuare due distinti gruppi criminali dediti, rispettivamente, allo spaccio di sostanze stupefacenti ed alla commissione di furti di componenti di vetture presso lo stabilimento automobilistico di Piedimonte San Germano. Il materiale trafugato veniva poi rivenduto a ricettatori della Campania.
In particolare, sulla base dell’ipotesi investigativa, i sodali del primo gruppo criminale, nonostante le stringenti
restrizioni alla mobilità imposte dalle Autorità di governo per fronteggiare la crisi pandemica da Covid-19, avrebbero ideato un autentico servizio di delivery dello spaccio, con consegne “a domicilio” della sostanza stupefacente, che avveniva direttamente nelle abitazioni dei clienti.
Furti nello stabilimento Stellantis
Il secondo sodalizio criminale dedito al furto ed alla ricettazione di componenti di autovetture all’interno dello stabilimento Stellantis che, sulla base dell’ipotesi investigativa, si sarebbe avvalso della compiacenza di un dipendente che si adoperava per carpire informazioni in ordine alla consegna ed al luogo di stoccaggio del materiale all’interno della fabbrica. Tali informazioni sarebbero servite per pianificare i successivi furti messi a segno a partire dal mese di novembre 2020, effettuati per la maggior parte nottetempo, allorquando alcuni indagati si introducevano nell’azienda, mentre altri svolgevano all’esterno la funzione di “vedetta”. Successivamente, per ovviare alla presenza in strada di pattuglie delle forze dell’ordine, aumentata anche in conseguenza dell’entrata in vigore delle restrizioni alla circolazione per contenere la diffusione del contagio da Coronavirus, il sodalizio avrebbe coinvolto un autotrasportatore del frusinate che, autorizzato ad accedere nel sito produttivo, una volta caricato il materiale indicatogli dai sodali, si allontanava indisturbato dalla fabbrica.
Il materiale oggetto di furto è costituito dai cosiddetti “Hot End”, consistenti in terminali di scarico utilizzati
sulle autovetture “Giulia” e “Stelvio”, che nell’ultimo periodo sono divenuti sempre più ricercati non solo per la
successiva rivendita sul mercato nero, ma anche perché contengono al loro interno minuscole quantità di metalli preziosi quali rodio, palladio e platino che hanno una rilevante quotazione di mercato. Nel corso delle indagini sono stati recuperati e sequestrati 128 catalizzatori e 25.000 euro in contanti.