Alla fine sono arrivati i dati della Uil sulla cassa integrazione a dare la spinta più drammatica al dibattito sull’esclusione delle province di Frosinone e Latina dalla Zes unica del Sud, dopo il comizio di Ancona durante il quale la premier ha annunciato l’estensione dei benefici a Marche ed Umbria. Il ricorso ad ammortizzatori sociali è balzato in alto. Adlo Mattia, deputato di FdI, in una nota avverte d’aver “sentito il Ministro per gli Affari Europei, il PNRR e le Politiche di coesione, l’onorevole Tommaso Foti e l’ho messo al corrente dello studio di ieri dalla Uil sui dati dell’Inps, che testimoniano l’aumento esponenziale delle ore di Cassa Integrazione nella provincia di Frosinone (+72,4%) e il sensibile incremento nella provincia di Latina (+28,2%), nel primo semestre del 2025 rispetto al primo semestre del 2024. Riteniamo che siano parametri dei quali si debba tenere conto nel quadro dei progetti di investimento e delle prospettive alla base dell’inserimento nella Zona Economica Speciale Unica”.

“L’accerchiamento delle regioni agevolate aggraverà la crisi”
“Abbiamo sottolineato – ricorda Mattia che si riferisce all’azione portata avanti insieme ai parlamentari Paolo Pulciani e Massimo Ruspandini – la concreta possibilità che la provincia di Frosinone, già sofferente per la pesante crisi del settore dell’automotive, precipiti in una maggiore situazione di crisi, qualora si determinasse anche uno squilibrio per il mancato utilizzo delle agevolazioni della Zes (circa 10 miliardi di Euro in totale) di cui beneficiano le realtà produttive di altre regioni, a cominciare da quelle della vicina Campania e beneficeranno nelle Marche e in Umbria. In particolare, le aziende ciociare non potrebbero affrontare un calo di competitività che rischierebbe seriamente di metterle in ginocchio”.
“Abbiamo registrato una positiva apertura da parte del ministro”
“Da parte del Ministro Foti – concludono Ruspandini, Pulciani e Mattia – abbiamo
riscontrato una positiva apertura alle nostre istanze ed ottenuto l’apertura di un filo
diretto sulla questione e la convocazione di una riunione con i deputati del territorio,
entro la prima decade di settembre. Continueremo a profondere il massimo impegno
per raggiungere l’obiettivo dell’inserimento nella Zes o, in subordine, l’adozione di
ogni altro strumento-intervento governativo finalizzato a compensare il calo di
rendimento e riequilibrare lo sgravio fiscale nelle altre Regioni”.
Il segretario Civica: tra siti dismessi e contratti a tempo determinato
La stessa Uil è intervenuta per sottolineare la situazione gravissima della tenuta del comparto produttivo del Lazio. “L’esclusione del Lazio dalla Zona Unica speciale è un errore che il governo deve correggere al più presto”, ha dichiarato Alberto Civica, segretario generale della Uil del Lazio. “Rieti e Frosinone sono da tempo aree di crisi complessa, Latina è disseminata di siti industriali dismessi, il distretto della ceramica di Viterbo è quasi al collasso. Mentre Roma è la Capitale dei contratti a tempo determinato. Segni, questi, di una economia che non produce benessere sociale”. “Non a caso – conclude Civica – nei primi sei mesi del 2025 più di 15 milioni di ore di cassa integrazione sono state concesse alle lavoratrici e ai lavoratori della nostra regione, con un aumento rispetto allo stesso periodo dello scorso anno di 13,84 punti percentuali. Inserire anche il Lazio nella Zes offrirebbe a tutte le province uno strumento in più in grado di fornire ossigeno al recente piano industriale siglato da Unindustria e Regione Lazio”.