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Alfredo Cinelli evaso per la terza volta, il giudice aggrava la misura: ora torna in carcere

Era stato arrestato nell'ambito dell'inchiesta che vede coinvolti anche il commercialista Zaccardelli e suo figlio. Venerdì l'ultima evasione

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Dopo la sua terza evasione –LEGGI QUI-, Alfredo Cinelli torna in carcere. Il giudice per le indagini preliminari del Tribunale di Cassino, Dott.ssa Maria Rosaria Santoni, ha infatti disposto l’aggravamento della misura cautelare, revocando i domiciliari che gli erano stati concessi lo scorso 31 ottobre. Il provvedimento arriva a pochi giorni dalla breve fuga dell’uomo, rintracciato sabato mattina dai Carabinieri del Nucleo Radiomobile di Frosinone nei pressi di via Marittima, dopo che la sera precedente non era stato trovato nella sua abitazione di piazza Fiume, dove si trovava ai domiciliari. Aveva passato la notte in un hotel, almeno questa la sua versione dei fatti, dopo aver discusso con la convivente.

Cinelli, originario di Monte San Giovanni Campano, è coinvolto nell’inchiesta per estorsione e usura insieme al commercialista di Isola del Liri Massimo Zaccardelli e al figlio di quest’ultimo, Paolo. Difeso dall’avvocato Francesco Venafro, l’uomo aveva ottenuto la misura meno afflittiva a seguito dell’udienza con rito abbreviato del 29 ottobre scorso dinanzi al GIP del Tribunale di Cassino.

Il suo curriculum giudiziario, però, racconta di una lunga serie di violazioni: dopo il primo arresto in flagranza da parte della Squadra Mobile di Frosinone, era stato condotto in carcere, poi ai domiciliari presso la sua abitazione in località La Lucca, da cui era evaso, finendo di nuovo in cella. In seguito era stato collocato in una comunità di Palestrina, ma anche in quel caso si era allontanato senza autorizzazione.

Alla luce dell’ennesima fuga, la Procura ha chiesto e ottenuto l’aggravamento della misura cautelare: per Cinelli si sono riaperte le porte del carcere. La nuova udienza, nell’ambito del processo per usura ed estorsione, è fissata per il 17 dicembre davanti al Tribunale di Cassino.

L’inchiesta

La vicenda giudiziaria nasce da una denuncia presentata da un imprenditore edile, che aveva avviato lavori nell’abitazione dei Zaccardelli. Secondo quanto ricostruito dagli inquirenti, padre e figlio – dopo aver versato un anticipo – avrebbero preteso la restituzione di una somma sette volte superiore. Al rifiuto dell’imprenditore, sarebbe stato coinvolto proprio Cinelli, che – secondo l’accusa – con minacce e intimidazioni si fece consegnare 1.500 euro in tre tranche.

Durante l’ultima consegna di denaro, avvenuta il 28 novembre 2024, venne arrestato in flagranza di reato. Le indagini, coordinate dalla Procura di Cassino e condotte dalla Squadra Mobile con il supporto del Commissariato di Sora, portarono poi a ulteriori accertamenti, tra cui una perquisizione nello studio del commercialista Zaccardelli, da cui emersero altri episodi sospetti di presunta usura. Il 5 aprile scorso Massimo Zaccardelli finì ai domiciliari, per il figlio Paolo venne disposto l’obbligo di dimora ad Isola del Liri.

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