La storica chiesa della Madonna del Popolo, nel cuore di Anagni, affidata allo scultore Jago per farne un laboratorio creativo e, in prospettiva, un nuovo spazio espositivo aperto alla città. Il progetto è stato presentato ufficialmente ieri nel Palazzo Vescovile, alla presenza del vescovo Ambrogio Spreafico, del sindaco Daniele Natalia e dello stesso artista anagnino di fama internazionale, noto al pubblico come il “nuovo Michelangelo”.

Nato dalla collaborazione tra Comune, Diocesi e artista, il progetto si ispira al modello già avviato da Jago a Napoli, nel rione Sanità, con il Jago Museum. L’idea è replicare ad Anagni un circuito culturale che parta dalla produzione artistica per rigenerare il tessuto urbano e creare un polo di attrazione culturale e turistica.
In una prima fase, la chiesa sarà utilizzata come studio-laboratorio, uno spazio di lavoro vivo, dove le opere nasceranno e cresceranno. Parallelamente, sarà avviata la progettazione di un percorso museale, con interventi su impianti, illuminazione, accoglienza e narrazione degli spazi. Il progetto coinvolgerà anche l’ex chiesa di Sant’Antonio Abate, oggi auditorium comunale, per dare vita a un museo diffuso, aperto, dinamico e integrato nel centro storico.
Jago ha sottolineato come il lavoro non sarà calato dall’alto, ma costruito con e per la città, in un dialogo costante con la comunità. «Anagni può diventare un museo — ha detto — ma non un museo rigido: un luogo vivo, dove si protegge e si condivide la bellezza, alimentando idee e creatività».
L’obiettivo è quello di favorire una rigenerazione culturale e urbana: il lavoro dell’artista potrà così diventare catalizzatore di nuove energie, capace di attrarre visitatori e di stimolare il tessuto economico e sociale locale. Fede, cultura e partecipazione saranno i tre pilastri del progetto, in grado di restituire vitalità a luoghi storici e di coinvolgere cittadini, turisti, istituzioni e imprese.
Un’iniziativa che vuole fare della città un vero e proprio laboratorio di bellezza: un museo a cielo aperto, radicato nella storia ma proiettato verso il futuro.