“Nella seduta del 29 aprile scorso il Consiglio Comunale di Anagni ha approvato un altro aumento delle tariffe TARI, il secondo dopo quello deliberato a Giugno 2024. Nella stessa seduta è stato approvato il rendiconto 2024, dove circa 4,2 milioni di euro risultano accantonati quale fondo crediti di dubbia esigibilità (“FCDE”). Si tratta di tributi non riscossi negli anni (inclusa TARI), una somma rilevante dovuta da soggetti insolventi che l’ente non può impiegare per i servizi a cui è destinata, e il loro accantonamento nel fondo appare il primo passo verso lo stralcio definitivo di cartelle esattoriali, già avvenuto nel 2023 per 1.7 milioni”. – Così in una nota Luca Santovincenzo, Consigliere Comunale Capogruppo LiberAnagni.
“L’assessore al bilancio ha giustificato l’aumento della TARI richiamando gli importi elevati per il servizio di smaltimento dei rifiuti ed a fronte delle nostre richieste di agire su SAF per individuare siti idonei, ha definito il biodigestore di Via Selciatella “il prezzo da pagare” per abbassare i costi: una posizione che andrà spiegata ai cittadini, specialmente ai residenti di Osteria della Fontana ed altre aree prossime al sito. – Prosegue Santovincenzo – Nella discussione sul rendiconto è stata poi illustrata la soluzione dell’amministrazione per ridurre le tariffe: la privatizzazione del servizio tributi. Secondo l’Amministrazione Natalia questa scelta permetterebbe di “ampliare la base imponibile” attraverso la “lotta all’evasione”. Tradotto: l’amministrazione punta a incassare di più delegando al gestore privato accertamenti a tappeto, con verifiche sulle superfici, controlli incrociati e possibili sopralluoghi o ispezioni nelle proprietà degli anagnini.
Purtroppo, gli atti del futuro affidamento confermano le loro dichiarazioni: il compenso sarà calcolato a percentuale su quanto il privato riuscirà a recuperare, con un obiettivo minimo fissato al 70% degli incassi medi ottenuti negli anni passati dall’ufficio comunale che ha garantito finora risultati migliori e che l’amministrazione intende smantellare. Una formula che comporta maggiori costi per il Comune (stimabili in almeno 1,5 milioni in 5 anni), non garantisce l’ente e incentiva accertamenti cavillosi e vessatori, colpendo proprio chi ha sempre pagato. In sintesi, chi ha accumulato 4,2 milioni di debiti rischia di farla franca, mentre chi è in regola subirà gli aumenti e il rischio di dover subire nuovi controlli. In un contesto simile, contestare politicamente il rendiconto e l’aumento della TARI non era solo legittimo: era doveroso. Abbiamo quindi votato contro. – Prosegue il Consigliere.
Da sempre denunciamo le responsabilità dell’amministrazione sui disservizi e costi della gestione rifiuti, e da mesi ci opponiamo con fermezza alla scelta di esternalizzare il servizio tributi, una decisione che consideriamo dannosa e carica di rischi per la Città, apparendo più utile al gestore privato che alla collettività. Per questo stiamo lavorando a un dossier da trasmettere alle Autorità di controllo, affinché venga avviata una verifica puntuale su una vicenda tanto rilevante quanto opaca”. – Conclude l’avvocato Santovincenzo nella nota.