Mancata conferma di due assistenti sociali che chiedevano garanzie contrattuali: attorno a questa vicenda, con la conclusione del lavoro svolto delle due apprezzate figure specializzate – a fine maggio -, si è in pratica aperta una crisi importante del settore al Comune di Anagni. Per denunciare questa situazione sono intervenuti con una nota a firma congiunta Beatrice Moretti, segretaria generale dello Spi Cgil delle province di Frosinone e Latina e Massimo Palombi, segretario generale della Lega Spi Cgil Anagni, esprimendo “grande preoccupazione per quanto sta accadendo nel settore dei servizi socio – assistenziali della città di Anagni, dove si rischia di avere gravissime ricadute negative proprio su quella fascia di popolazione più fragile che troppo spesso non ha voce. E’ acclarato che nei Servizi Sociali sono fondamentali la continuità ed il rapporto di fiducia che è possibile instaurare solo con il tempo e con tanto lavoro tra gli addetti ai servizi e l’utenza, con tale consapevolezza è evidente che un ruolo centrale è indubbiamente svolto dagli assistenti sociali che operano nei servizi gestiti dalle amministrazioni locali”.

“Si profilano problemi per circa 500 utenti”
“Per la particolare utenza di riferimento – sottolineano ancora Moretti e Palombi – si tratta di una funzione preziosa e delicatissima, perché riguarda il compito di interpretare bisogni che spesso la stessa utenza non è in grado di esprimere, oltre che di una funzione atta a garantire alle cittadine e ai cittadini interessati condizioni di vita dignitose, lavorando soprattutto per prevenire possibili situazioni di disagio ed emarginazione. Proprio alla luce di tale consapevolezza non si comprende perché l’amministrazione comunale di Anagni abbia deciso di smantellare un servizio professionale e validissimo che sino ad oggi ha garantito assistenza a circa 500 utenti con problematiche diverse: soggetti disabili, minori, tossicodipendenti e persone senza fissa dimora. Quel servizio messo in discussione è riuscito a garantire per ogni utente o nucleo familiare progetti personalizzati di intervento, così come richiesto dalla UE e pertanto tale smantellamento appare al sindacato ancora più irrazionale ed inaccettabile, considerato che quei progetti personalizzati hanno evitato ad esempio drastici interventi di allontanamento di minori o provvedimenti di istituzionalizzazione dell’utenza, apportando conseguentemente anche notevole risparmio per lo stesso ente locale”.
“Prestazioni che è grave interrompere, servono continuità e stessa professionalità”
La situazione di incertezza che si è creata nei servizi sociali del Comune di Anagni – secondo i due segretari dello Spi Cgil – “ricade pesantemente su tutta la popolazione fragile attualmente seguita da quel settore, rappresentata dalla categoria dei Pensionati, causando danni e disagi in particolare per tutta quella utenza che in virtù di quei progetti e percorsi specifici che abbiamo ricordato è stata presa in carico e ora non ha più riferimenti professionali a cui rivolgersi e in cui avere fiducia in virtù di un rapporto costruito nel tempo. I servizi sociali sono una cosa seria e delicatissima e, mettendo al centro i bisogni della particolare utenza di riferimento, necessitano di professionalità e di continuità, nella consapevolezza che i progetti posti in essere in certi campi sono il frutto di una conoscenza attenta delle persone destinatarie dei servizi, del contesto, del territorio e delle sue risorse istituzionali e non, ma sono anche frutto delle valutazioni di tutte le risorse regionali destinate al territorio attraverso il distretto sociale. Si tratta insomma un lavoro intenso, capillare, mirato e specifico che va tarato bene su ogni target di popolazione in difficoltà e sulle diverse problematicità; un lavoro di relazioni umane che si costruisce faticosamente nel tempo e che permette di attivare interventi in favore di anziani, disabili, minori e utenti con problemi di dipendenza”.
“Ora importante avviare al più presto un tavolo di confronto con il Comune”
Nel territorio di Anagni sino ad oggi – riconosce lo Spi-Cgil – “è stata garantita una intensa e qualificata attività professionale dal settore dei servizi sociali, che ha saputo realizzare anche una significativa attività di collaborazione, non sempre semplice, con la ASL di Frosinone e le sue strutture territoriali, con le Forze dell’Ordine, con il tribunale dei minori, le scuole e con le comunità di recupero”. Per questi motivi Moretti e Palombi chiedono “di conoscere perché sia stato deciso di dissipare un patrimonio fatto di conoscenze, di valutazioni, di progettualità, di una intensa rete di relazioni istituzionali, ma soprattutto un concreto rapporto di fiducia con l’utenza e il servizio in argomento. Il Sindacato ritiene quindi necessario ed urgente richiedere un tavolo di confronto per avere spiegazioni dall’amministrazione del comune di Anagni, con l’auspicio che la stessa torni sui propri passi e metta in atto tutti gli opportuni provvedimenti affinché tale spiacevole situazione possa trovare al più presto una positiva risoluzione, mettendo al centro gli interessi e la tutela di tutta quella popolazione in condizione di fragilità che allo stato dei fatti risulterebbe inevitabilmente ed irreparabilmente penalizzata”, concludono Moretti e Palombi.