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Assemblea Anci, Pittiglio rilancia il ruolo delle aree interne come motore di sviluppo

San Donato Val di Comino protagonista all’appuntamento ANCI di Bologna con il sindaco Enrico Pittiglio che guarda agli obiettivi

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“I Comuni sono l’asse portante del Paese e rappresentano la prima linea della nostra democrazia”. Con queste parole il sindaco di San Donato Val di Comino e vicepresidente della provincia di Frosinone, Enrico Pittiglio, a margine dell’Assemblea nazionale dell’ANCI a Bologna, ha richiamato il ruolo decisivo degli enti locali nella fase di attuazione del PNRR e nella costruzione delle politiche pubbliche. Secondo Pittiglio, l’ANCI continua a confermarsi una vera “cerniera istituzionale”, capace di tradurre i bisogni dei territori in proposte concrete e di rafforzare il dialogo tra Comuni e Governo.

Riprendendo l’intervento del Presidente della Repubblica Sergio Mattarella, Pittiglio ha ricordato come “i piccoli Comuni siano l’anticorpo dell’abbandono” e come la presenza dei servizi essenziali — sanità, scuola, mobilità, digitalizzazione — rappresenti la condizione primaria per contrastare lo spopolamento e garantire la piena cittadinanza anche nei territori più fragili. “Non possiamo accettare che la mancanza di servizi diventi la causa del declino dei nostri paesi. È qui che si gioca la tenuta sociale del Paese” ha dichiarato.

“Siamo stati i primi a progettare – ha proseguito parlando di PNRR -, spendere e trasformare le risorse in opere reali. Questo dimostra che gli enti locali non sono un punto debole ma una leva di efficienza e innovazione. Le aree interne chiedono di essere messe nelle condizioni di trattenere giovani, famiglie e competenze. Senza politiche attive per il lavoro, percorsi formativi adeguati e un welfare di prossimità, nessuna rigenerazione territoriale può dirsi davvero compiuta”.

Pittiglio ha quindi ribadito la necessità di garantire continuità alle politiche dedicate alle aree interne, con risorse stabili e strumenti legislativi adeguati, perché “non bastano interventi spot: serve una strategia nazionale che dia futuro ai nostri territori: le aree interne non sono periferia — ha concluso — ma un patrimonio umano, culturale ed economico che può diventare uno dei motori della nuova Italia. Mettere questi territori nelle condizioni di crescere significa rafforzare l’intero sistema Paese”.

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