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Biogas Cassino, ripartono i lavori: residenti di nuovo in trincea. Il CdS: “Nessun interesse pubblico ostativo”

Biodigestore alimentato da letame, l'iniziativa riparte dopo l'esito positivo del ricorso presentato contro una sentenza favorevole al Comune

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Adesso – archiviati Ferragosto e le ferie di chi se le poteva permettere – pare che i lavori siano ripresi. Eppure sotto l’ombrellone nessuno pensava che potesse minimamente avanzare il cantiere del biodigestore in zona Cerro/Mandrone: il Comune di Cassino aveva fermamente respinto il progetto, hanno giurato gli amministratori. Ci sono due comitati di residenti che protestano dall’estate dello scorso anno e che hanno cercato rassicurazioni in Piazza De Gasperi. Hanno lottato contro le emissioni nauseabonde e insopportabili del depuratore Cosilam per anni, anche lì a cercare d’essere difesi da chi sedeva in municipio. Ora si ritrovano a dover far argine contro un’altra struttura di impatto ambientale tutto da verificare in un’area industriale già messa a dura prova (ex Marini coi suoi teloni grigi inquietanti, emissioni del depuratore Cosilam, siti contaminati andati a fuoco e mai bonificati, inquinamento del Rio Pioppeto). Comunque da mesi andava avanti la contesa burocratica e giudiziaria e si è arrivati, con molte parole e non eccessiva chiarezza, al 24 marzo 2025, con quella che pareva una schiarita definitiva: la vittoria del Comune di Cassino dinanzi al Tar contro la costruzione dell’impianto da parte della società Neo Agroenergie.

A marzo il Tar aveva dato ragione all’amministrazione comunale

Giovanni Carrino jr, portavoce del comitato Allerta Cerro, pareva sentirselo che non sarebbe finita lì: “Riteniamo che la vicenda sia meritevole di ulteriori attenzioni e approfondimenti. Non è possibile che un Comune come quello di Cassino, che dovrebbe aspirare a diventare Provincia, possa essere colto di sorpresa nonostante la mole di documentazione presentata. C’è una tendenza generale, nel nostro Paese, a scaricare colpe sugli uffici tecnici e contestualmente a delegare tutte le responsabilità al solo Sindaco. Ricordo che il Consiglio Comunale, secondo l’art 42, TUEL, svolge attività di indirizzo e controllo politico-amministrativo e per svolgere una tale attività è necessario che i componenti siano attivi e presenti sul territorio. Per quanto riguarda i Comitati saranno i migliori alleati delle amministrazioni che vorranno fare della difesa dell’ambiente un punto centrale della propria attività politico-amministrativa”.

Il cantiere è tornato attivo: i comitati se ne accorgono per caso

Detto, fatto. Carrino, insieme al presidente del Comitato Dario Leva, è stato costretto nelle scorse ore a dichiarare: “I lavori per l’impianto Biometano di via Mandrone proseguono nel silenzio più totale. Ce ne siamo accorti per puro caso facendo un semplice giro in bici. Quando si è trattato di esultare per la sentenza del Tar che bloccava i lavori per l’impianto, abbiamo assistito a scene di giubilo, al contrario, sulla sospensiva del Consiglio di Stato del giugno 2025 è calato il silenzio di tutti: politica e informazione. Siamo stanchi e sfiduciati. Questa è una battaglia che il comitato Allerta Cerro, lasciato solo, non può pensare di vincere. Lasciamo ai giornali il compito di fare domande”.

Presa di posizione dei consiglieri Sebastianelli, Evangelista e Incagnoli

Eppure sono migliaia le persone mobilitate da mesi con in testa i Comitati Allerta Cerro e Solfegna. Il timore è palpabile tra i residenti non solo della zona Cerro, Solfegna e San Nicola, nel Comune di Cassino, ma anche della frazione di Piumarola, del Comune di Villa Santa Lucia. I consiglieri di minoranza del gruppo civico, Giuseppe Sebastianelli, Franco Evangelista e Arduino Incagnoli, esprimono “forte preoccupazione per la mancata comunicazione alla cittadinanza della recente decisione del Consiglio di Stato in merito al ricorso contro la sospensione dei lavori per la realizzazione dell’impianto a biogas in Via Cerro. Un’ulteriore criticità riguarda l’approccio dell’amministrazione, che non ha informato adeguatamente i cittadini, come invece accaduto in occasione della decisione del TAR che aveva bloccato l’avvio dei lavori, quando l’amministrazione comunale aveva prontamente comunicato il risultato favorevole”.

Emessa un’ordinanza di divieto di transito per i mezzi pesanti

L’amministrazione ha intanto emesso un’ordinanza di divieto di transito dei mezzi pesanti in Via Cerro, “una misura che, purtroppo, appare insufficiente rispetto alla gravità della situazione”, annotano sempre Sebastianelli, Evangelista e Incagnoli -. Nessuna comunicazione chiara o azione concreta è stata intrapresa per fermare il progetto della centrale a biogas, che potrebbe avere gravi impatti ambientali e sanitari. La decisione del Consiglio di Stato, che ha sospeso la sentenza del TAR, è stata un segnale importante, ma la sua mancata comunicazione alla cittadinanza solleva non pochi dubbi sulla trasparenza e sull’efficacia dell’amministrazione comunale”. La minoranza chiede la convocazione di un Consiglio comunale “in modo che l’amministrazione prenda una posizione chiara e condivisa per proteggere la salute dei cittadini e l’ambiente”.

Chiesta la convocazione di una seduta consiliare straordinaria

Come se il problema fosse davvero la presa di posizione dell’amministrazione e non ricostruire quel che effettivamente è avvenuto fino ad oggi. Per ora il Consiglio di Stato conclude che, “quanto al periculum in mora, nel bilanciamento degli interessi contrapposti, appare, allo stato, prevalente l’interesse alla prosecuzione dei lavori, tenuto conto della entità degli investimenti effettuati e della sottoscrizione dei contratti di appalto per la costruzione dell’impianto nonché della insussistenza di interessi pubblici concreti ostativi alla prosecuzione dei lavori, oltre che del notevole lasso di tempo intercorso dal perfezionamento della prima PAS”. Insomma non proprio un’operazione che chi istituzionalmente preposto non ha visto arrivare.

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