Un episodio che scuote le coscienze, preoccupa i residenti e mette sotto pressione le istituzioni. L’incendio appiccato in via del Carmine a Cassino, ha tutte le caratteristiche di un atto dimostrativo. Una mossa che va ben oltre il vandalismo notturno, un gesto che si inserisce in un contesto più ampio e ancora oscuro.
Mentre i carabinieri procedono con le indagini tecniche e investigative, l’amministrazione comunale si muove su un terreno altrettanto delicato: quello della sicurezza urbana, che è insieme percezione e realtà, sentimento collettivo e responsabilità amministrativa. La magistratura ha aperto un fascicolo per accertare natura, movente e autori del gesto. Gli investigatori non escludono l’ipotesi di un’intimidazione mirata, e si lavora anche sul fronte delle immagini di videosorveglianza e delle testimonianze. Il materiale rinvenuto sul posto lascia poco spazio ai dubbi: si tratta di un’azione studiata, portata a termine con uno scopo preciso.
Nel frattempo, il Comune reagisce. L’episodio ha spinto il vicesindaco, con delega alla Polizia Locale, Gino Ranaldi a convocare d’urgenza la VI Commissione consiliare, coinvolgendo i capigruppo di tutte le forze politiche. Non una semplice riunione, ma un appello all’unità istituzionale, per affrontare una crisi che non riguarda solo l’ordine pubblico, ma anche la tenuta sociale e la fiducia dei cittadini.
«Non possiamo permettere che questi episodi vengano archiviati come isolati – è stato ribadito in Comune –. Serve un piano condiviso per aumentare la sicurezza reale, ma anche per rafforzare il senso di comunità». Si lavora, quindi, su due fronti paralleli ma intrecciati: le indagini giudiziarie, che dovranno fare piena luce sul gesto incendiario, e le misure amministrative, che dovranno rafforzare il presidio del territorio e rispondere all’allarme sociale.