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Ceccano – Dopo le dimissioni, la sfida di una grande marcia per la legalità. E il malcontento diventa opposizione

L'aria pesante di rabbia spinge tutti verso il voto anticipato, mentre il civismo convoca una riunione corale sul cambiamento necessario

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Da ieri sera Ceccano corre verso le elezioni anticipate con un centrodestra in aperta crisi e diviso tra il nucleo dei filo Caligiore che ha resistito fino al momento della conta notarile evitando le dimissioni (Mauro Staccone e Mariella Bruni) ed i ruspandiniani che hanno seguito per filo e per segno le indicazioni dell’onorevole di FdI. Il centrosinistra perde ufficialmente un pezzo: Marco Corsi non va a sottoscrivere la conclusione della consiliatura e segna le distanze dal resto delle minoranze. Ma lo sguardo è già rivolto al cosa accadrà nel futuro prossimo della città. L’unico evento che può anticipare evoluzioni politiche di rilievo, risale alla serata di domenica. Su questo conviene per ora concentrarsi.

Il malcontento dei residenti di Piazza Mancini diventa opposizione

Gli esperti di spazi cittadini sanno bene che le ferite sociali si sommano a quelle urbanistiche; anzi a volte sono quelle urbanistiche e scuotere le comunità meno rassegnate ed a provocare spaccature profonde tra cittadini amministrati da una parte ed eletti nei palazzi del potere dall’altra. È un po’ quello che è successo nello scorso giugno a Piazza Mancini, cuore di Ceccano, al centro di una delle ristrutturazioni poi finite nel mirino degli inquirenti di “The good lobby”. I residenti protestano e innalzano in favore di fotografo un cartello (in foto di copertina) che risulterà sinistramente premonitore: “Avete toccato il fondo del… Pnrr”. Ma non pensavano a indagini clamorose e arresti eccellenti, meno che mai a connessioni, perfino malavitose, attorno a risorse europee del famoso piano di resilienza, piegato a servire un sistema corruttivo che dovrà trovare conferma al termine dei gradi di giudizio. I residenti di Piazza Mancini hanno denunciato sui media locali un'”operazione di facciata che non avrebbe risolto nessuna reale criticità”, hanno chiesto a sindaco e maggioranza di sapere “quali fossero le condizioni di pericolo della piazza, a nostro avviso inesistenti, che hanno giustificato la sua, più volte sbandierata, messa in sicurezza e riqualificazione”. Il moto di reazione nasce lì, nel gruppo di ceccanesi che si organizza su Facebook: 108 membri in tutto, con le idee chiare e la determinazione di chi ha subito un torto e non ci sta a chiudersi in casa imprecando. Nucleo civico dimostratosi l’altra sera capace anche di riannodare le trame di una politica delle opposizioni che ha espresso varie indignazioni, in vari comunicati stampa, senza aver saputo convocare una riunione congiunta. Incontro che però, “magicamente”, s’è svolto al caffè letterario Sinestesia, coinvolgendo amministratori attuali ed ex, associazioni e comitati, ex sindaci, ex sostenitori di Caligiore candidati nelle liste del centrodestra. La forza del civismo buono, che non si piega alle logiche di partito o a quelle dei cacicchi del momento, sta in questa capacità di realizzare cose che chi dovrebbe agire per incarico degli elettori non ha la forza di proporre, chiuso nei recinti delle appartenenze e delle rivalità. Ma le emergenze democratiche non conoscono steccati e manco confini politici.

La riunione di comitati e minoranze al caffè Sinestesia

In 150 all’incontro convocato al caffè letterario Sinestesia

Così la Ceccano migliore, quella che ha dato all’intero Lazio meridionale lezioni sulla difesa e sull’affermazione dei diritti degli ultimi – abbiamo ricordato le lotte dei contadini e quelle degli operai dell’Annunziata proprio nei giorni scorsi – è riemersa in questo difficile autunno di fine 2024, rifiutando con forza ogni “territorio grigio” tra amministrazione della cosa pubblica e illegalità. Gridando il “no” all’inefficienza emersa in municipio da varie vicende, dai traballanti conti del bilancio comunale alla storia delle strisce blu col bando “copiato” dal Comune di Castellammare di Stabia. Perché proprio l’inefficacia di ogni azione di governo, un po’ in tutt’Italia ma specie al centro-Sud, favorisce l’infiltrazione e la sedimentazione delle irregolarità. Da qui l’idea di convocare una riunione organizzativa per la manifestazione Pro – Legalità che si è subito trasformata nel confronto sul tema di una ricostruzione morale, economica e politica dalle macerie che inevitabilmente lasceranno in città le evoluzioni giudiziarie ed i contraccolpi politici laterali.

Alla fine il comitato centro storico ha riunito oltre 150 cittadini, con ben 3 ex sindaci: Manuela Maliziola, Maurizio Cerroni e Antonio Ciotoli (gli ultimi due eletti con doppio mandato), con vari consiglieri comunali di minoranza tra i quali Emanuela Piroli e Mariangela De Santis, rappresentanti della lista civica Nuova Vita di Gaspare Ferri, esponenti di Ceccano2030, i socialisti del circolo Pertini, associazioni culturali, Prc. C’è chi ha notato l’assenza di Marco Corsi, candidato a sindaco dell’opposizione contro Caligiore nel 2020. C’erano molti ex candidati nelle liste di Ruspandini e amici. A testimoniare la trasversalità del sentimento di sdegno e di collera che si respira in città. Alimentato dall’eco mediatica dell’inchiesta giudiziaria.

Il civismo dà una chance alla politica locale per creare l’alternativa

In conclusione tutti d’accordo ad organizzare una marcia della legalità per fissare la data della quale bisogna attendere gli adempimenti amministrativi relativi all’ordine pubblico per ottenere le autorizzazioni del caso. Ma intanto ieri sera, tutti insieme, comitati, associazioni e consiglieri comunali di opposizione, hanno preso parte al sit in sotto le finestre del Comune nelle stesse ore in cui a Frosinone la maggioranza decideva di dimettersi.

La spinta a voltare pagina viene un po’ da tutta la città ma il comitato centro storico ha per primo capito che bisogna agire subito e senza tentennamenti, perché è impossibile non notare l’allarme vero, nascosto tra le carte delle intercettazioni e dei riscontri degli inquirenti. Mafie, illegalità e corruzione sono spesso cose diverse tra di loro ma, a volte, possono alimentarsi a vicenda: lo sostiene da sempre l’associazione Libera che ricorda in ogni circostanza come il nemico da battere sia la normalizzazione dei fenomeni mafiosi e corruttivi. Cosa che Ceccano, coi suoi cittadini, ha dimostrato essere per fortuna quanto meno difficile da realizzarsi qui. Perciò ai residenti di Piazza Mancini in fin dei conti bisogna dire grazie, di fronte ad una maggioranza che ha pensato solo a isolare Caligiore indicandolo come monade impazzita di quel sistema di potere, senza scendere nel pozzo delle cause politiche, ed una opposizione andata avanti in ordine sparso, lasciando inevitabili spazi di cedimento in un ipotetico fronte dell’alternativa. Il civismo ha dato una chance a tutto il panorama amministrativo. Il punto, infatti, è che i “cento passi” verso un’amministrazione ed una politica trasparenti, slegati dagli interessi personali dei singoli capibastone, rafforzati negli anticorpi contro le infiltrazioni, vanno compiuti proprio tutti insieme, civismo e buona politica, al di là ed al di sopra dei colori politici. Qui, come accade alla testa delle processioni dei patroni di paese, è vietato mancare. Sarebbe una bestemmia sparire di fronte ad un appello a mettere le facce davanti alla difesa della democrazia e al contrasto delle pratiche corruttive e mafiose.

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